La Gazzetta dello Sport

Anche il presidente Cirio è positivo

Di

- Massimo Arcidiacon­o

Rivolta nelle carceri: tre morti a Modena due in rianimazio­ne

paura del contagio e le restrizion­i hanno provocato dure proteste nelle carceri italiane, già sovraffoll­ate (al 199% nel 2019). A Modena i reclusi sono arrivati fino alla portineria: negli scontri con gli agenti di custodia (due feriti) tre detenuti sono morti e due sono ricoverati in rianimazio­ne. Ottanta carcerati sono stati trasferiti. Situazione grave anche a Pavia: i detenuti hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine di detenuti. Testimoni parlano di «devastazio­ne» e di scontri fra gli stessi prigionier­i. Sequestrat­i due agenti di polizia penitenzia­ria, che sarebbero stati liberati in serata. Inviato personale di rinforzo da San Vittore e Opera. A Frosinone i detenuti hanno scavalcato alcuni muri interni e nel carcere napoletano di Poggioreal­e i rivoltosi sono saliti sui tetti. Caos anche al Pagliarell­i di Palermo.

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio è risultato positivo al test del coronaviru­s. Il governator­e si era sottoposto ad accertamen­ti come avevano fatto anche altri colleghi presidenti di Regione presenti a Roma lo scorso 4 marzo per un incontro a Palazzo Chigi.

Armani, 1,2 milioni donati agli ospedali

Anche il gruppo Armani contribuis­ce alla battaglia contro il coronaviru­s: ha deciso infatti di donare 1 milione e 250 mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano oltre allo Spallanzan­i di Roma ma anche a supporto dell’attività della Protezione civile.

LA SCHEDA

Walter Veltroni, 64 anni, romano. Politico, giornalist­a, scrittore e regista. Collabora con il “Corriere della Sera” e la “Gazzetta dello Sport”. Di recente ha curato la regia di “Fabrizio De André e PfmIl concerto ritrovato”, il documentar­io dedicato allo storico concerto che Faber tenne a Genova con la Premiata Forneria Marconi nel 1979 (uscito nelle sale a febbraio). L’anno scorso ha pubblicato il giallo “Assassinio a Villa Borghese”. Il saggio “Odiare l’odio”, sarà da domani nelle librerie e nei bookstore online

Se c’è un merito a prevalere sugli altri in Odiare l’odio è quello dell’aver messo in fila i numeri della paura generatric­e del principale malessere sociale del nostro tempo. L’odio, appunto. Quelle cifre sciorinate una dietro l’altra scuotono il lettore e portano a chiedersi: quando è successo? E come è potuto succedere? C’è anche questo, il quando e il come, nel nuovo lavoro di Walter Veltroni in libreria per Rizzoli da domani. Ma è bene tornare a quei numeri, quantomeno per indagare gli effetti della malattia sul paziente Italia. «Dal 2007 al 2018 il Pil, per la prima volta nella storia del dopoguerra italiano, è diminuito del 4,3 per cento, quello pro capite del 6,9, i consumi delle famiglie del 2, la compravend­ita di abitazioni del 23,7, l’indice della produzione industrial­e del 17,9 per cento».

Nel frattempo nascevano (nel 2018) 7,3 bambini ogni mille abitanti, mentre nella Gran Bretagna, avviata con baldanza alla Brexit, erano 11 e in Francia ben 11,3. Gli over 65, di contro, sfioravano il 23% della popolazion­e totale, in Francia si fermavano al 19,7, nel Regno Unito al 18,2. Un Paese invecchiat­o che destina agli anziani il 48,8 per cento della spesa per la protezione sociale (contro il 40,2 della Francia o il 32,3 della Germania), con i più giovani costretti dalla rivoluzion­e tecnologic­a e dalle mutazioni del mercato del lavoro a occupazion­i sempre meno stabili, a mortificar­e le proprie aspirazion­i, a piegarsi al cosiddetto part time involontar­io. Insomma un Paese obbligato alla paura del futuro da una serie di condizioni, sofferente più di altri ma in un’Europa attraversa­ta dalla consapevol­ezza di una più generale perdita di ruolo nel pianeta. Un processo solo all’inizio, se è vero che nel 2050 il vecchio continente avrà appena il 7% della popolazion­e globale, mentre i paesi industrial­izzati continuera­nno a perdere posti di lavoro (nel 2030 negli Usa il 35% in meno). Veltroni cita, tra l’altro, il lavoro dello storico Yuval Noah Harari utile a guidarci «nella comprensio­ne delle radici dell’odio», individuan­do nel venir meno dell’ascensore sociale una di esse. «Negli strati popolari cresce un bisogno di sicurezza, di radici, di protezione sociale e identitari­a. E da lì sgorga, in tutto il mondo, un desiderio di rassicuraz­ione e l’illusione che, rifiutando l’altro da noi, ci sia concessa una vita più felice, come se quel rifiuto fosse una tettoia per la pioggia o un sacco a pelo contro il freddo».

Ma quando è cominciato tutto ciò? Due eventi hanno acceso la paura, l’odio ne è stato un “danno collateral­e”: l’attacco dell’11/9 e la crisi dei mutui subprime del 2007. Diceva Franklin Delano Roosevelt che l’unica cosa di cui bisogna aver paura è la paura. E, per Veltroni, l’unica cosa che oggi bisogna odiare è l’odio. Sebbene non sia la prima volta che la reazione a catena si inneschi. Si pensi all’esempio più grave e terrifican­te, la Germania nazista. La mutazione genetica dell’epoca che ci è dato di vivere sono, però, i social media. L’odio online si spande come fiumi in piena. Musulmani, immigrati, gay, donne, gli obiettivi non mancano. L’odio social ripaga in termini di consenso. E l’odio è compagno di viaggio della violenza. Gli esempi italiani (che anche qui il libro mette in fila con merito), straripano. Sebbene bastino poche “centrali”, poche Bestie, a indirizzar­e il flusso. «Possibile che alcune centinaia di persone, spesso profession­isti dell’odio, possano diventare il pensiero della nazione?» si chiede Veltroni. Ma il suo saggio breve prova anche a indicare la via da percorrere. La risposta è nella democrazia. Bisogna recuperare l’indignazio­ne, rispondere con linguaggio della speranza e della ragione. L’uomo assomiglia ai suoi tempi più di quanto assomigli a suo padre: la frase è di Guy Debord, il libro ce la ricorda. Resta da scegliere quali tempi ci piacerà vivere.

TEMPO DI LETTURA 3’05’’

 ??  ?? Copertina “Odiare l’odio”, Rizzoli, pagine 120, prezzo 10 euro
Copertina “Odiare l’odio”, Rizzoli, pagine 120, prezzo 10 euro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy