Carico elevato e tempi super: Pirelli lavora sulle pressioni
Hamilton e Bottas davanti a tutti. Sembra che ogni cosa sia rimasta immutata in Formula 1, come se la stagione 2019 non fosse mai finita. Ma la stagione andrà proprio così o è solo una sensazione, nulla di più, al netto delle prestazioni di tutto rispetto della Mercedes ieri? Non soffermandoci solo sul risultato, anche perché mancano validi elementi di comparazione con le altre vetture, come succede sempre nei test, e ancora di più considerando che stiamo parlando solo della prima giornata di lavoro. Un dato, però, è emerso in modo netto ed inequivocabile. Le prestazioni di tutte le vetture 2020 sono già superiori a quelle del 2019. Già in mattinata si era raggiunta la soglia inferiore del minuto e diciassette, abbattuta poi nel pomeriggio, con l’incremento delle temperature ambientali, da Hamilton che ha girato in 1’16”976.
Adattamenti
Da ciò si deduce come il carico prodotto dalle nuove monoposto sia decisamente superiore a quello dell’anno scorso. Come noto, gli pneumatici Pirelli sono gli stessi del 2019. Ma proprio come conseguenza del maggiore carico, e più in generale delle prestazioni più elevate, «adottano pressioni di gonfiaggio più alte rispetto al 2019, per mantenere lo stesso livello di integrità». È ciò che ha spiegato Mario Isola, responsabile dell’attività in pista dell’azienda milanese. Le mescole di riferimento utilizzate in prevalenza dai team sono state le C2 (Hard) e le C3 (Medium), con le prime corrispondenti di fatto alla scelta più gettonata in occasione della gara del 2019. Di assoluto interesse sarà quindi la valutazione ex post del degrado, per capire se alla luce delle attuali prestazioni possa incidere sulla durata delle gomme (e di conseguenza sulle strategie). Insomma, è troppo presto per stilare una classifica che esprima fedelmente i valori in campo. Ma è già il momento di capire come e quanto le gomme, ovvero il loro corretto sfruttamento, avranno un ruolo primario nel determinarli.