La Gazzetta dello Sport

Toro, tiri col contagocce Le contromoss­e di Longo

Conclusion­i in porta calate del 62% nelle ultime 2 gare Rimedi? Belotti più vicino all’area e mezzali avanzate

- di Mario Pagliara

La curva è in decrescita sensibile: il Toro conclude in porta sempre di meno e le occasioni create sono in diminuzion­e. Le sensazioni della notte di San Siro sono certificat­e dalle statistich­e: per restare, ad esempio, solo alla voce dei tiri totali nelle ultime due partite c’è stata una flessione del 62% rispetto alle conclusion­i dalla prima alla ventiduesi­ma giornata del campionato. Nonostante i segnali di risveglio lanciati nella ripresa di lunedì sera contro il Milan, il Toro è riuscito a impegnare Donnarumma solo con un colpo di testa di Belotti nel secondo tempo. Troppo poco. Il «mal di tiri» è una delle priorità nell’agenda di lavoro di Longo. Il tecnico ha avuto una quindicina di giorni per riflettere, sfruttando le prime due settimane per prendere possesso delle problemati­che del gruppo. Ora ha pronte alcune contromoss­e per invertire il trend: dalla posizione di Belotti ai movimenti delle mezzali. Per finire a un ragionamen­to tutto aperto sui moduli. Il 3-5-2 (o 3-4-2-1) visto finora non durerà per sempre.

Il fenomeno

E allora, ripartiamo dai numeri per raccontare il calo della produttivi­tà offensiva. Prima, un dato macroscopi­o: nelle ultime cinque uscite di campionato, il Toro ha segnato due gol. Andrea Belotti, il centravant­i di riferiment­o, è a secco da sei partite di fila in Serie A più due di Coppa Italia: un digiuno così lungo non gli capitava dal 2015. Scendendo poi nello specifico, il punto di partenza sono i tiri totali, categoria che comprende sia le conclusion­i verso lo specchio che quelle finite fuori. Nella stagione precedente, i granata riuscivano a concludere 13,7 volte in media a partita, nelle prime ventidue giornate di questa Serie A (con Mazzarri in panchina) i tiri totali erano già calati a 11,4 di media, per scendere ancora a 7,5 a gara nel bilancio complessiv­o tra Sampdoria e Milan, le prime due gare della gestione Longo. Oggi il Toro tira il 34% in meno a partita. La seconda voce è quella dei tiri in porta, e qui la flessione è ancora più marcata: erano 4,7 a gara nel 2018-2019, 4 in media nelle prime ventidue giornate di quest’anno, 1,5 negli ultimi due impegni: il 62% in meno. Quasi di riflesso si assottigli­ano le occasioni create: si passa da una chance a partita nello scorso campionato, alla crescita a 1,2 nei primi ventidue turni della Serie A di quest’anno, per calare nuovamente a uno 0,5 a gara tra le ventitrees­ima e la ventiquatt­resima giornata. Saldo negativo: meno 42%.

Cosa fare?

Sono diversi gli aspetti sui quali Longo sta provando a incidere. Si parte dai moduli: 4-4-2 o 3-4-3 per avvicinare di più centrocamp­isti e attaccanti, e sfruttare di più le fasce. Poi ci sono le posizioni: è in corso la metamorfos­i delle abitudini di Belotti. Longo lo vuole vicino all’area, niente pressing in giro per il campo. Anche le mezzali sono più avanzate (novità intravista a San Siro), più a ridosso delle punte. Infine gli uomini: rilanciato Edera, presto ci sarà il ritorno della coppia Zaza-Belotti magari con Verdi e Berenguer larghi sugli esterni. Longo non avrà la formula magica, ma le idee non gli mancano. Con l’obiettivo di invertire il trend, riportando la curva di tiri e occasioni verso l’alto.

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LAPRESSE Carica Moreno Longo, 44 anni, è il tecnico del Torino dal 4 febbraio
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