Legge Olimpica: lotta alla pubblicità parassita
Per proteggere le sponsorizzazioni norma contro le «imboscate» come l’uso di spettatori vestiti da testimonial
Eccola la tanto agognata Legge Olimpica. Che poi in realtà è un decreto legge approvato giovedì sera dal Consiglio dei ministri. Ora Milano-Cortina 2026 può mettersi a correre. In volata è stata aggiunta la norma che dà la possibilità al presidente del Consiglio, su proposta del ministro delle Infrastrutture, di «nominare uno o più commissari straordinari». Il ruolo che per Torino 2006 fu ricoperto da Mario Pescante. Dopo la soddisfazione di giovedì sera del ministro Spadafora, «era la mia priorità», la Legge Olimpica ha raccolto ieri una serie di commenti entusiasti. «Adesso la palla è nel nostro campo, quindi dobbiamo lavorare noi», dice il sindaco di Milano,
Beppe Sala. Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, è soddisfatto: «Il gioco di squadra prosegue». E per quello della Lombardia, Attilio Fontana, «è un altro passo avanti». Giovanni Malagò, presidente del Coni, comunica di avere già avvisato il Cio: «Siamo tutti molto contenti».
No alle «imboscate»
Uno dei punti di novità è il divieto di «pubblicizzazione parassitaria», il cosiddetto ambush marketing. Tu non paghi un euro di sponsor, ma riesci a infilare il tuo marchio nello scenario dell’evento. «Non è la prima volta, ma il provvedimento per Torino 2006 fu temporalmente limitato», spiega l’avvocato Gualtiero Dragotti, partner dello studio legale DLA Piper, che ha studiato la questione. Ma che cos’è l’ambush marketing? «Il termine imboscata è quello giusto. Per fare un esempio di qualche tempo fa, ai Mondiali di calcio: un marchio di birra, concorrente di uno degli sponsor dell’evento, senza pagare nulla schierò le sue appariscenti tifose sugli spalti». Ora chi proverà a fare una cosa del genere, rischierà una stangata fino a 2 milioni e 500mila euro.