Sensi, calvario infinito fermo altri 20 giorni Eriksen ora accelera
Per il play infrazione al piede sinistro: starà fermo per 15-20 giorni. Eriksen deve accelerare
Un nuovo infortunio, una maledizione che non riesce ad allontanarsi, manco fosse la nuvola di Fantozzi. La scia di k.o. stagionali dell’Inter si allunga, Stefano Sensi si è fatto nuovamente male. Ora è il piede sinistro, più precisamente lo scafoide, che terrà fuori l’ex Sassuolo 15-20 giorni e gli farà saltare la Lazio, la doppia sfida contro il Ludogorets, e quasi certamente la Juventus. Il play è stato toccato duro nel match di Coppa Italia perso contro il Napoli mercoledì sera: gli esami di ieri mattina all’Humanitas hanno evidenziato un’infrazione allo scafoide. Insomma, con Stefano la sfortuna quest’anno continua ad avere un conto in sospeso.
Dalla Juve in poi
Il calvario comincia contro la Juve, il 6 ottobre al Meazza: Sensi, fin lì l’uomo nuovo dell’Inter di Conte, 3 gol, 2 assist, tante invenzioni, un primo tempo magico a Barcellona e soprattutto un feeling speciale con Antonio, esce dopo 34 minuti toccandosi l’adduttore della coscia destra. Gli esami dicono «elongazione» e il peggio sembra scongiurato. La realtà, però, sarà molto diversa. Perché il Sensi ammirato ad agosto e settembre non si vede praticamente più. Pagato 5 milioni al Sassuolo per il prestito, con diritto di riscatto fissato a 25, il centrocampista si perde in mezzo a troppi malanni fisici. Come già gli è successo in Emilia: nel 2016-17 salta per infortuni muscolari 15 partite, nel 2017-18 il totale dice 10, solo l’anno scorso rimane pulito. Anche lo storico, insomma, racconta di un giocatore dai muscoli fragili. Che costringe Conte a ripensare il cuore della sua squadra, che con Sensi e Brozo girava a meraviglia e dava più varietà rispetto alla scorsa stanerazzurro gione. Il 18 ottobre, altro stop: arriva un risentimento muscolare durante un allenamento e gli esami evidenziano un problema al muscolo psoas. Stefano era appena tornato in gruppo e puntava il Borussia Dortmund: la gamba infortunata è sempre la destra, il numero 12 non riesce a recuperare e successivamente ha anche una ricaduta all’adduttore. Salta 3 partite, poi 2 panchine, poi altre 4 tribune. C’è tempo per giocare 22 minuti a inizio novembre a Dortmund, quando l’infortunio sembra dimenticato, poi arriva la decisione di farsi visitare da uno specialista a Monaco di Baviera. Il centrocampo di Conte va in sofferenza, anche perché pure Barella si fa male e Gagliardini è spesso ai box. Sensi torna contro il Genoa e i 17 minuti prima di Natale profumano di rodaggio: «Stefano c’è mancato tanto – dice Conte –, perché sono quasi due mesi che è uscito dai radar. Lui ha sofferto tanto, e noi abbiamo sofferto con lui. Ora vediamo la luce, sono molto contento».
Rotazioni corte
Con l’anno nuovo l’Inter punta a riavere subito un Sensi nuovo di zecca. E i minuti che mette sulle gambe, tra campionato e Coppa Italia, vanno in questa direzione. Nel frattempo nella Milano nerazzurra arriva anche Christian Eriksen: è il trequartista con i gradi da top player che deve far fare il salto di qualità. E Sensi? Pronto a fare il jolly di scorta, mostra qualche sprazzo di luce ma si ferma un’altra volta. Prima dell’Udinese è un edema al polpaccio sinistro che lo tiene fuori. Poi, dopo la panchina col Milan, ecco il Napoli e il nuovo stop. Una tegola non di poco conto per Conte nel momento clou della stagione. In mezzo, infatti, Gagliardini è fermo da un po’, sempre per un problema al piede, e le rotazioni quindi sono molto più corte. Ecco perché l’inserimento completo di Eriksen adesso diventa molto più urgente.