«Il derby ci ha tolto energie nervose La Juve è lontana»
«Dico che dobbiamo lavorare e migliorare» Oggi lascia la squadra a riposo per recuperare
Coppa della malinconia, l’Inter si scopre nuda all’improvviso. La magia del derby è sparita, la furia diventa debolezza, 72 ore dopo altro che goduria, solo crisi di nervi e punti interrogativi. Nulla è finito, certo. Ma ora il primo trofeo stagionale, quello messo in prima fila dalla società, quello considerato a inizio stagione più raggiungibile, è tremendamente più lontano. Servirà l’Inter del campionato, il 5 marzo, 4 giorni dopo la Juve. Servirà in tutti i sensi, quella che un mese fa al San Paolo era andata a dominare.
Senza voce
Mettetevi nei panni di Antonio Conte, di fronte a quel Napoli che nel 2011-12 gli tolse la soddisfazione di un trofeo maledetto perché mai portato a casa, e pure quella di una stagione conclusa senza sconfitta. Mettetevi nei suoi panni e capirete perché lo sentite dire, dopo la partita «scusate, sono senza voce, ma sono lo stesso davanti a voi, se non venivo dicevate che l’avevo fatto perché avevo perso...». Gli scappa un sorriso. In partita però era stato una furia. Si è sgolato con Moses e Barella nel primo tempo, nel secondo se l’è presa in maniera furiosa con il direttore di gara Calvarese: «Ma degli arbitri non parlo, non mi interessa proprio», aggiunge il tecnico. E allora forse è meglio ribadire il concetto di sempre, 72 ore dopo il derby, a poche ore dalla sfida alla Lazio: «Siamo all’inizio di un percorso. E se qualcuno pensa che noi all’improvviso siamo arrivati allo stesso livello di chi qui ha comandato per anni, ecco io invece dico invece che siamo ancora lontani. E queste sconfitte ci servono per migliorare, per crescere». Faranno anche crescere, ma non aiutano il morale: «Dico che il Napoli è favorito ora per andare in finale. Ma c’è ancora un ritorno... e abbiamo le nostre carte da giocarci».
Altro status
Chissà se il copione tattico del 5 marzo sarà lo stesso: «Sapete qual è al verità? L’Inter ha acquisito un altro status, ormai anche gli squadroni come il Napoli vengono qui a chiudersi ancora Conte -. Sì, il Napoli è uno squadrone, per rosa la migliore in Italia dopo la Juventus, altrimenti non batti Juventus, Liverpool, Lazio e Inter se non hai valori. Bravo Gattuso, che è riuscito a convincere i suoi giocatori a fare una partita molto difensiva, Mertens marcava Brozovic, tutti sotto la linea della palla. Il nostro errore è stato quello di non essere abbastanza veloci nel girare il pallone. E poi avremmo dovuto cercare di più gli uno contro uno». Come accaduto nel derby, in fondo: «Ma quella è stata una partita diversa, garibaldina. Di sicuro la gara di domenica ha portato via tante energie, soprattutto nervose (e oggi lascerà per questo la squadra a riposo). Ma stavolta in campo c’erano cinque uomini diversi, c’era linfa nuova. Peccato, abbiamo avuto occasioni, alla fine credo che non avremmo rubato niente se avessimo portato a casa almeno il pareggio». Chissà che almeno non sia servita, questa partita, per accelerare il processo di inserimento di Eriksen: «La panchina è stata sia una scelta tattica in considerazione del tipo di partita che saremmo andati ad affrontare - spiega Conte -. Ma anche di natura fisica: per sei mesi Christian non ha giocato molto nel Tottenham, deve ritrovare intensità. Ma si sta allenando bene, è un ragazzo serio, si vede che ha qualità». E con la qualità si vince, di solito.