Ekdal «Nel calcio c’è paura, solo 8 gay dichiarati»
«Solo 8 calciatori sono gay dichiarati Il resto ha paura»
Il video dello svedese Samp al convegno organizzato al Parlamento europeo
Albin Ekdal è figlio di un giornalista: sa bene, quindi, che le parole hanno un peso notevole. Ancor di più se pronunciate in un certo contesto e di fronte a una determinata platea. Ieri la platea era la più ampia possibile e Albin, che non è solo un centrocampista della Sampdoria ma anche un ragazzo profondo e intelligente, ha usato contro l’omofobia parole che sono sassi: dovrebbero fare davvero male perché mettono tutti noi di fronte a una realtà che a volte fingiamo di ignorare ma che invece è presente nella quotidianità. Nella sua attività di calciatore è più facile che Ekdal faccia un assist (come lunedì sera, per Quagliarella, contro il Napoli) che un gol. Stavolta è stato Albin a sfruttare l’assist che gli ha fornito il Parlamento Europeo di Bruxelles in occasione di un convegno organizzato sul tema “Sport contro Omofobia: una partita da vincere” in occasione della presentazione internazionale del libro Le parole che mancano al cuore di Fabio Canino. L’evento è stato promosso dagli eurodeputati Tiziana Beghin (Movimento 5
Stelle), Tomas Frankowski (Ppe) e Marc Tarabella (gruppo S&D). Ekdal era stato invitato perché in passato aveva già toccato il tema dell’omofobia come rappresentante della nazionale svedese. Il posticipo al lunedì sera della partita con la Sampdoria ha impedito al giocatore di volare a Bruxelles, ma la settimana scorsa Albin ha registrato un videomessaggio che è stato trasmesso in apertura del convegno.
Le parole
«In un mondo ideale nessuno dovrebbe sentirsi a disagio nel
dichiararsi omosessuale, che sia nella vita o nel calcio, ma purtroppo la realtà è molto diversa - ha iniziato Ekdal -. Nel calcio solo 8 giocatori si sono ufficialmente dichiarati omosessuali, molti altri vorrebbero farlo, ma non se ne sentono liberi per paura delle reazioni negative. E’ un ambiente dove l’omofobia è ancora diffusa. Questi giocatori sono preoccupati di diventare un bersaglio per gli insulti e lo scherno, sia dentro che fuori dal campo. Come risultato, si sentono obbligati a nascondersi, fuggire e vivere nella paura. Dobbiamo reagire utilizzando l’istruzione come una forza per un cambiamento positivo. Che società siamo se un ragazzino non può seguire il suo sogno di diventare un calciatore per via del suo orientamento sessuale? Ogni volta che un ragazzino appende le scarpe al chiodo e smette di giocare perché non è accettato nello spogliatoio della sua squadra o da chi lo circonda, è una sconfitta per il mondo del calcio. Essere omosessuale non definisce te come persona, ma determina solo chi trovi attraente. Ognuno di noi è parte della razza umana e abbiamo una passione in comune: amiamo il calcio e questa è la cosa più importante per tutti noi».
Cori beceri
Un minuto e cinquantaquattro secondi per lanciare un messaggio che dovrebbe essere scontato e che scontato evidentemente non è. D’altronde Ekdal durante le partite si trova spesso a sentire cori beceri di ogni tipo e sa bene che un giocatore omosessuale preferisce evitare di diventare oggetto della stupidità di qualcuno. Eh sì, questa è la situazione. Nel 2020.
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