La Gazzetta dello Sport

Lite sulla prescrizio­ne Alleati ai ferri corti e maggioranz­a in bilico

Renzi a Bonafede «Non ha i numeri in Parlamento» Da Zingaretti e Pd l’appello a Conte «Trovi la sintesi»

- di Pierluigi Spagnolo

Dallo spoglio delle Regionali è trascorsa soltanto una settimana, ma sui temi della giustizia (che già aveva scatenato le proteste degli avvocati all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o) torna a salire la tensione nella maggioranz­a di governo, con gli alleati (soprattutt­o M5S e Italia Viva) sempre più distanti sullo stop alla prescrizio­ne, uno dei passaggi della riforma voluta dal ministro Alfonso Bonafede. A riaccender­e lo scontro erano state le parole di Matteo Renzi. Come aveva già fatto domenica, anche ieri il leader di Italia Viva ha ribadito il “no” alla riforma Bonafede, ponendo le sue condizioni: «Non passerà mai, al Senato senza di noi Bonafede non ha i numeri per far approvare la riforma», ha sottolinea­to Renzi, «gli abbiamo detto che sulla prescrizio­ne non si può andare contro tutti».

L’aut aut

L’ultimatum lanciato dai renziani agli alleati scadrà entro tre giorni, quando alla Camera le commission­i Bilancio e Affari costituzio­nali dovranno votare il cosiddetto «lodo Annibali», un emendament­o presentato al decreto Milleproro­ghe che sospende fino al gennaio 2021 l’applicazio­ne della riforma Bonafede. Ma in campo c’è anche il disegno di legge Costa, presentato da Forza Italia, per cancellare completame­nte la riforma Bonafede. Finora le proposte di modifica presentate dalla maggioranz­a, che necessitan­o di ulteriori verifiche, sono state accantonat­e. In ogni caso, comunque, alla Camera - anche se i renziani votassero con le opposizion­i - i numeri del governo non sarebbero a rischio. Diversa è invece la partita a Palazzo Madama, dove la maggioranz­a gialloross­a è più risicata. Dal Pd, il segretario Nicola Zingaretti ha chiesto al premier Giuseppe Conte di impegnarsi «a produrre una sintesi» e ha avvertito il M5S: «Se non si trovasse una soluzione, noi andremo avanti con la nostra legge». Al momento nessun vertice sulla giustizia è stato fissato in agenda (anche se un giorno utile potrebbe essere proprio domani) ma il premier, viene sottolinea­to, «segue da vicino il dossier» e, pur non apprezzand­o il braccio di ferro interno alla maggioranz­a, «lavora a una soluzione». La maggioranz­a dovrà anche trovare presto una sintesi su altri temi contenuti nel Milleproro­ghe, come plastic tax e Autostrade.

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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, esponente di spicco del M5S, la cui riforma è al centro delle critiche di Italia Viva, e ha raccolto le perplessit­à del Pd
ANSA Criticato Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, esponente di spicco del M5S, la cui riforma è al centro delle critiche di Italia Viva, e ha raccolto le perplessit­à del Pd

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