La Gazzetta dello Sport

OBIETTIVO GRANDE SLAM «CON EGONU APERTO UN CICLO»

Dopo Supercoppa, Mondiale e Coppa Italia, l’Imoco punta scudetto e Champions Cinque trofei in una stagione e il presidente Maschio ci crede: «Paola è super»

- Di Gian Luca Pasini

Viaggio nel passato e viaggio nel futuro. Conegliano, come spesso succede alle squadremit­o di uno sport, rimescola emozioni. «Se mi volto indietro e penso a quando abbiamo iniziato con questa idea, 8 anni fa, con un poco più che ventenne e un trentenne alla guida del progetto. Sì e no conoscevam­o le regole della pallavolo. E quando adesso mi sento dire che questa è “la squadra più forte del mondo” mi vengono i brividi», Pietro Maschio uno dei due presidenti dell’Imoco (l’altro il trentenne di cui sopra è Piero Garbellott­o) racconta l’inizio quando la squadra strappata al fallimento venne spostata al Palaverde di Treviso, già patria delle imprese Benetton, per iniziare un nuovo viaggio, nel futuro. Quello che immagina il tecnico che l’altro giorno a Busto ha alzato il terzo trofeo in stagione, Daniele Santaelli. «Quando sento ripetere la squadra più forte del mondo un po’ mi emoziono. E’ una delle cose che ho detto alle ragazze all’inizio di questa stagione. Ogni tanto mi fermo a riflettere e dico che sarebbe davvero molto bello se tra venti anni ci voltassimo indietro per vedere di avere costruito qualcosa che non era mai stato fatto prima».

Che cifre

Dal punto di vista delle cifre non c’è dubbio. Basti dire che l’unica sconfitta che ha incassato la squadra di Conegliano è quella con Perugia, al ritorno dal Mondiale per Club quando mandò in campo una sorta di seconda formazione. Ma quando la partita vale davvero l’Imoco non lascia nulla agli avversari: in tre finali di questa stagione sono stati 9 set vinti uno solo perso. Travolte nell’ordine Novara (Supercoppa), Eczacibasi Istanbul (Mondiale) e Busto Arsizio (Coppa Italia). «Sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto e di come ha reagito la squadra - continua Santarelli -. Mi è chiaro che il tema principale sia quello mentale. Cerco sempre di sforzarmi di mettere nuovi obiettivi e di creare nuovi stimoli alle ragazze che sono state davvero bravissime. Anche se da qui alla fine adesso cambia una po’ il nostro programma. Finora abbiamo avuto sempre un certo periodo di tempo per preparare l’appuntamen­to successivo. Invece adesso non sarà così. Perché fra l’eventuale finale scudetto e la finale di Champions League ci saranno pochissimi giorni. E prima di arrivare lì avremo tanto da sudare. Non è fare pretattica, ma è proprio questione di sport. Già arrivare alle finali in Europa sarà un’impresa. Il calendario è fittissimo di appuntamen­ti e a noi che non piacevano le finali secche (se ci dovessimo arrivare) quest’anno avremo solo gare secche!».

Costruzion­e

«Dopo i primi anni che abbiamo avuto per capire dove eravamo, è iniziato un ciclo che non si è ancora chiuso. All’inizio volevamo vincere in Italia e poi siamo cresciuti per cercare di andare oltre e primeggiar­e anche in Europa - riprende Pietro Maschio -. Ogni stagione abbiamo conquistat­o qualcosa e adesso abbiamo messo nel mirino anche la Champions. Anche per questo abbiamo completato un organico importante con l’arrivo di una campioness­a come Paola Egonu che aveva vinto con la Nazionale e con Novara. Ma siccome da sportivo (gioca a basket in Promozione, ndr) un po’ di scaramanzi­a me la porto dietro eviterei le domande sui prossimi obiettivi... - scherza uno dei presidenti -. Quel che è certo è che il progetto non sarebbe possibile se non facessimo parte di questo territorio del Nord Est che si è appassiona­to e che ha saputo starci vicino con un entusiasmo crescente. Se siamo riusciti a riempire quasi sempre il Palaverde - dice ancora Maschio - è stato per merito della pallavolo femminile. La gente ha condiviso il nostro entusiasmo e le vittorie hanno fatto il resto». Ma esserci è diventato un segno distintivo, altrimenti non si spiegano i 200 e passa sponsor di diversa grandezza che sono saliti a bordo di Imoco Volley... E con Egonu in campo tutto è stato “più facile”, soprattutt­o quando porta in dote cifre come le sue. «E’ una ragazza eccezional­e. Certo dire che è un fenomeno in attacco non si dice nulla di nuovo, ma io che non l’avevo mai avuta ho trovato una persona che si è messa a disposizio­ne della squadra. Penso a quanto l’ho vista a lavorare in difesa, diciamo un fondamenta­le fra quelli che non sono i suoi favoriti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti», aggiunge Santarelli. Paola sorride e schiaccia su tutto. «Un timore? Mi auguro che da qui a fine stagione (il 16 maggio c’è la finale di Champions a Berlino, ndr) le ragazze stiano bene fisicament­e. Quello può fare la differenza, negli ultimi anni abbiamo avuto sempre qualche acciacco. Quest’anno grazie anche a una rosa ampia abbiamo potuto dare riposo coloro che erano acciaccate. Continuere­mo su questa strada e questo potrebbe fare la differenza. Per il resto dipenderà da noi e dalla nostra fame». Quella, c’è da scommetter­e, non mancherà...

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RUBIN Pioggia tricolore Paola Egonu, 21 anni, e la festa della Imoco al PalaYamama­y dopo la vittoria in Coppa Italia

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