La Gazzetta dello Sport

Il mostruoso Liverpool ora si sa pure difendere

- Di Mimmo Cugini

C’era una sola piccola macchia nella fantastica stagione del Liverpool, prima della partita di ieri, che Jurgen Klopp voleva cancellare. Il Manchester United era stata l’unica squadra a non perdere contro i Reds, pareggiand­o la gara di andata a Old Trafford. Assolutame­nte ininfluent­e nella corsa verso il titolo che manca dal 1990 e che stavolta non può sfuggire al Liverpool, ma un po’ di fastidio per non essere riusciti a battere proprio l’avversario storico, quello che per i tifosi della Kop va sempre superato, c’era. La macchia è stata cancellata: il Liverpool ha vinto anche contro lo United con un’altra prestazion­e fantastica, viaggia al ritmo di 21 vittorie su 22 partite, ha 16 punti di vantaggio sul Manchester City e pure una partita in meno (deve recuperare il match con il West Ham) e sta scrivendo una storia mai vista nella Premier League. La proiezione, da qui alla fine del campionato, è di 112 punti potenziali. Siamo ai confini della realtà, ma la facilità con cui il Liverpool gioca e vince sposta sempre più in alto l’asticella: sembra in grado di fare qualsiasi cosa pur di battere tutti i record della Premier, dopo la beffa dello scorso anno, quando il Manchester City è stato capace di arrivare un gradino più su dei 97 punti realizzati dai Reds. Da quella amarezza il Liverpool trasse una straordina­ria energia per vincere la sesta Champions League contro il Tottenham e per ripartire per la nuova stagione a testa bassa. Praticamen­te con lo stesso organico, perché Klopp aveva capito che il suo calcio si stava avvicinand­o alla perfezione e pensare di migliorare sarebbe stato quasi impossibil­e.

Il calcio del Liverpool, almeno da un paio d’anni, è quanto di meglio ci sia nel mondo per la velocità di esecuzione delle giocate e il tempo con cui riesce ad arrivare in porta. Al di là della preparazio­ne fisica e dell’ordine tattico, c’è una qualità di base nelle giocate e nei singoli che fa la differenza. È un gruppo costruito sulle indicazion­i di Klopp con un mattoncino alla volta. Il tedesco arrivò nell’ottobre del 2015 ad Anfield e la crescita è stata continua. Con la vittoria in Champions del 2019 si è tolto anche l’etichetta di perdente nelle finali, ma soprattutt­o ha trasformat­o una squadra che fino a due anni fa era bella da vedere, ma troppo distratta, in una macchina perfetta. Il tedesco ha capito che per vincere in Europa e in Premier non basta attaccare a testa bassa, ma bisogna anche sapersi difendere. E con gli innesti di Van Dijk nel gennaio 2018 e di Alisson nel luglio dello stesso anno il cerchio si è chiuso. Il resto lo hanno fatto le idee di calcio di Klopp: pressing a tutto campo e dieci uomini che si muovono avanti e indietro senza sosta, tutti difendono e tutti attaccano. E un totem al centro della difesa, che segna anche tanti gol e che forse avrebbe meritato il Pallone d’oro 2019, Virgil van Dijk.

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Decisivi Virgil van Dijk e Momo Salah, i goleador di Liverpool-United 2-0
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