Milano si gioca la carta Sykes Messina: «Occhio allo Zenit»
Stasera (20.45) contro i russi l’esordio dell’esterno Usa Il coach Olimpia: «Classifica bugiarda, hanno grande qualità»
Rintronata dalla scoppola subita sul campo della Virtus Bologna, Milano apre il nuovo anno in l’Eurolega dove viaggia al confine della zona playoff. Stasera al Forum (ore 20.45 Eurosport Player) arriva lo Zenit San Pietroburgo, matricola senza particolari ambizioni, ma capace di squilli inattesi come la recente vittoria sul campo del Fenerbahce.
Difficoltà
Ma è soprattutto con se stessa che l’Olimpia deve fare i conti in questo giro di boa della stagione. Il momento è delicato e le certezze costruite su un ottimo avvio, appaiono ora sbiadite da una flessione generale, latente e prolungata, figlia di molteplici fattori. Gli infortuni hanno segnato, va detto, la prima fase dell’era Messina: in attesa del vero Gudaitis, ancora lontano dal pivot dominante d’un tempo, l’Armani deve fare i conti con la salute di Nemanja Nedovic, fuori anche stasera, guardia tanto talentuosa quanto fragile, tant’è che la società è corsa ai ripari ingaggiando l’ex Avellino Keifer Sykes. «Voglio rappresentare bene il club, voglio rappresentare bene me stesso, portare energia, durezza, leadership rivela l’esterno americano -. Sono al debutto in Eurolega, ma mi considero uno studente del gioco, ho abbastanza fiducia per poter sfruttare le mie qualità, e al tempo stesso voglio usare questi sei mesi per assorbire tutto quello che posso da Sergio Rodriguez e dagli altri campioni che abbiamo in squadra». Del Chacho sarà pure, in alcune situazioni, l’alternativa pensante, seppure con caratteristiche diverse, ovvero quello che sarebbe dovuto essere Shelvin Mack, ormai al capolinea. Sull’argomento il g.m. milanese Stravropoulos temporeggia: «Al momento non ci sono uscite in programma», ma la decisione è stata presa e l’intenzione del club è quella di sfoltire il reparto. Dunque Mack, se ne andrà: in Spagna come si vocifera (Baskonia) o altrove. Di certo non finirà la stagione a Milano. Che deve pure ritrovare ben altro che semplici avvicendamenti di mercato. Difesa, chimica, intensità, condizione fisica: tutto è migliorabile per suturare la recente involuzione generale che pone l’Olimpia davanti alla necessità di non perdere più terreno su nessun fronte, tantomeno in Europa.
Crescita
Serve quindi una svolta collettiva che vada oltre Rodriguez, Micov e Brooks, le granitiche certezze di un sistema che deve pretendere di più da White, Moraschini, Della Valle, Roll, ritrovando anche uno Scola più ispirato di quello che si è visto ultimamente. Non può Milano, con l’abbondante e costoso organico di cui dispone, avere la sensazione di essere corta o arida di alternative. Men che meno ora, nelle due tornate casalinghe con Zenit e Panathinaikos, in cui mettere benzina, prima dell’insidioso trittico di trasferte con Efes, Maccabi Tel Aviv e Fenerbahce. I russi, allenati dallo spagnolo Plaza che per Messina ha una venerazione «uno dei migliori tre coach degli ultimi 20 anni in Europa», puntano sul talento e l’esperienza di Ayon, Ponitka, Renfroe, Ponkrashov, Will Thomas e Colton Iverson. «Per qualità e organizzazione tattica - spiega il coach biancorosso -, la posizione in classifica non riflette il vero valore dello Zenit San Pietroburgo. Per noi è una partita ovviamente importante, che dovremo affrontare con grinta e decisione. La precisione del nostro attacco sarà vitale contro l’aggressività difensiva tipica delle squadre allenate da coach Plaza».
Decisivo il nostro attacco. Le squadre di Plaza in difesa sono sempre molto aggressive
Il roster Nedovic ancora assente, mentre Mack ha mercato in Spagna