La Gazzetta dello Sport

Una Tirreno-Adriatico di novità e tradizione

La Corsa dei Due Mari rinuncia alla cronosquad­re e ripropone il traguardo in salita a Sassotetto. Loreto al debutto come sede d’arrivo. Al via pure Bernal?

- Di Marisa Poli

Una Tirreno Adriatico di tradizione: si parte per il sesto anno da Lido di Camaiore, per la terza volta si passa dal valico di Sassotetto, e l’arrivo è ancora a San Benedetto del Tronto. Una Corsa dei Due Mari di novità: per la prima volta Loreto ospiterà l’arrivo di tappa, nel tracciato entra anche Sacrofano e nel programma la cronometro a squadre è stata sostituita da una tappa per velocisti. Ci sarà anche Vincenzo Nibali, già vincitore nel 2012 e nel 2013 della corsa presentata ieri a San Benedetto del Tronto e che si correrà dall’11 al 17 marzo dell’anno prossimo. «Questa è da sempre una delle corse più importanti nel panorama internazio­nale. Nel 2020 la Corsa dei Due Mari, prodotta e trasmessa dalla Rai, verrà distribuit­a in 151 Paesi dei 5 continenti. Uno spettacolo sportivo ma anche turistico e paesaggist­ico che la Tirreno-Adriatico porterà nella casa di milioni di persone». Come ha spiegato il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli:

«Abbiamo scelto di promuovere le Marche anche attraverso questa competizio­ne non solo per il legame storico – rappresent­ato da San Benedetto, da Michele Scarponi e ora da Vincenzo Nibali, ultimo vincitore italiano della gara – ma anche perché vogliamo puntare sulle due ruote come elemento di narrazione del nostro territorio. Vogliamo identifica­re il nostro territorio con l’andare in bici, perché ha un valore speciale, anche etico». Oltre a Nibali e Ciccone (Trek-Segafredo), Fuglsang e Lutsenko (Astana) potrebbe essere al via anche il vincitore del Tour 2019, Bernal.

Il tracciato

Sarà un’edizione per corridori completi: non c’è più la cronosquad­re iniziale. ma ci saranno l’arrivo in salita a Sassotetto, la crono finale a San Benedetto, tre tappe adatte ai velocisti e due mosse e insidiose. La quarta tappa da Terni a Sassotetto appare come la più impegnativ­a — 6 salite di cui 4 classifica­te Gpm -, la quinta, da Pieve Torina a Loreto, è la tappa dei Muri, concentrat­i nei 3 giri di circuito che portano la corsa a affrontare 3 volte la salita di Loreto e 3 volte quello di Recanati. «Un percorso equilibrat­o che si adatti a corridori completi che sappiano andare forte su tutti i terreni - ha detto Stefano Allocchio, direttore di corsa di Rcs Sport - . Sono certo che la vittoria finale rimarrà in bilico fino all’ultima tappa come successo anche nelle passate edizioni».

L’idea è associare le Marche con la bici, perché è un valore speciale ed etico

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A San Benedetto Luca Ceriscioli, a destra, presidente delle Marche con Mauro Vegni, direttore del Giro

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