«Giro e Tokyo le mie sfide Io vecchio? Me lo dicono da 3 anni...»
«Ritrovati l’entusiasmo e nuovi stimoli. A Buffon ho chiesto come si allena»
Negli ultimi mesi di questa stagione è come se mi fossi “trascinato”. Dopo il Tour mentalmente ero finito. Non mi sono piaciuto. Ma ora che questa nuova avventura è agli inizi la sensazione è diversa. Ho ritrovato l’entusiasmo e l’ambiente mi pare il meglio a cui potessi aspirare. Avevo bisogno di un cambiamento, di nuovi stimoli. E ora li ho». Vincenzo Nibali potrà indossare ufficialmente la maglia della Trek-Segafredo soltanto dal primo gennaio. Ma un veloce blitz nel ritiro di Siracusa, che continuerà fino al 20, lascia l’impressione di uno Squalo pronto ad azzannare, nonostante i 35 anni, una stagione in cui debutterà alla Volta Algarve (19-23 febbraio).
3Nibali, forse un passo indietro è necessario. Perché prima del Tour 2018, a metà circa del contratto triennale con la
Bahrain-Merida, veniva considerato scontato un rinnovo. Poi qualcosa si è rotto. Cosa?
«Fa parte del passato. Non ho troppa voglia di parlarne. Ma almeno parto dalle cose belle. Un bel progetto, cominciato con ottimi risultati e grande spirito. Prima del Tour 2018, è arrivata la proposta di poter rinnovare. Ma non c’è stata sintonia con il gm, mi riferisco a Milan Erzen, per voler proseguire. Proposta buona, ma si trattava di estendere fino al 2020, un solo anno in più. In quel momento non me la sentivo e ci siamo aggiornati. Poi ci sarebbe dell’altro da raccontare, ma mi fermo».
3Ha scelto la Trek-Segafredo perché ha ritrovato quella fiducia che a un certo punto non aveva più sentito?
«Forse la squadra, dopo la frattura della decima toracica al Tour 2018, ha avuto qualche dubbio. Ma io dopo neanche 3 mesi sono arrivato 2° al Lombardia.
E pure il 2° posto all’ultimo Giro credo che lo abbia dimostrato: sì, ci sono. Il Tour non è stato facile. Ma un successo di tappa l’ho ottenuto».
3 Guardiamo avanti: però nella storia sono pochissimi quelli che sono riusciti a vincere un grande giro dopo i 35 anni. «Lo so. Ma il ciclismo moderno non è uguale a quello del passato. Io non so se vincerò il Giro, ma penso che se lo preparo bene posso giocarmela. Ho chiesto io di anticipare l’altura già a fine gennaio. Un segnale della voglia che ho. Ma anche di concentrazione, di non desiderare distrazioni». 3Forse è una delle sfide più grandi della sua carriera? «Forse sì, ma mi piace e l’accetto. Non mi danno fastidio i riferimenti all’età: li sento da 3 anni... e il “povero” Valverde allora che va per i 40?».
3 Come si gestisce una stagione con tre obiettivi enormi come Giro, Olimpiade e Mondiale? «Pensando a una cosa per volta. Ho fatto sempre così. Non è il caso di cominciare già ora a farsi “seghe mentali” sul Mondiale, ad esempio. Dopo il Giro si tirerà una linea pensando alla seconda parte, molto intensa. Le ribadisco che, tra Olimpiade e Mondiale, sceglierei i Giochi».
3Per i nuotatori o quelli dell’atletica, sarebbe normale. Per i ciclista è più particolare, no? «Per me l’Olimpiade è l’evento più importante per ogni atleta. E’ stupenda».
3 È in camera con un emergente
come Giulio Ciccone che le sarà al fianco al Giro. Sulla carta una coppia niente male. «Vero. Lui ha detto che mi sarà da supporto, ma per me è riduttivo. Non è un semplice gregario. Io lo vedo come un’”arma” importante, perché può crescere ancora. Molto».
3Di recente ha girato uno spot con altri sportivi di primo piano, tra cui il cestista Teodosic e Buffon. Che cosa l’ha colpita? «Teodosic l’ho visto dal vivo giocare a basket. Io non sono esperto, ma ha una visione di gioco straordinariamente ampia. A Buffon ho chiesto se anche nel calcio, come nel ciclismo, più si va avanti con l’età più si debba lavorare».
3Che cosa le ha risposto? «Certo che sì».