LA DIFFICOLTÀ DI CAMBIARE IL LAVORO DI GASPERINI LE PICCOLE SONO PIÙ AVANTI
Il campionato è già alla 11a giornata, ma per molte squadre i lavori sono ancora in corso. È normale: occorrono tempo, pazienza e conoscenze per uscire dal nostro passato e praticare un gioco più ottimistico ed attraente. Il calcio è il riflesso della storia e della società di un Paese e il nostro ha sempre avuto un rifiuto culturale al cambiamento. Winston Churchill diceva: «Cambiare non equivale a migliorare ma per migliorare bisogna cambiare». Ci stanno provando grandi club come la Juve, l’Inter, il Milan, il Napoli e piccoli come il Genoa, il Lecce, il Verona, il Cagliari, il Sassuolo. La cosa curiosa è che le piccole realtà in questo processo di innovazione sembrano più avanti rispetto ai club più ricchi. Certo questi ultimi partecipano alle coppe internazionali con un impegno psicofisico enorme che non facilita i progressi. Oggi molte squadre, a prescindere dai valori, cercano di praticare un calcio più offensivo e di squadra, in un Paese dove si era trasformato in uno sport difensivo ed individuale. I nostri insuccessi a livello internazionale, sia con la Nazionale sia con i club, hanno accelerato il cambiamento anche sulla spinta di un pubblico sempre più attratto dal football internazionale. Forse si è compreso che giocare bene aiuta a vincere, così ci sono sempre meno squadre che si arroccano. C’è un gruppo di tecnici che cerca di dare una identità alla propria squadra. Ma per riuscire in questa impresa sono importanti i club con la loro storia, visione e competenza. E sono decisivi i valori umani e professionali dei giocatori: lo spirito di squadra, una forte motivazione, l’etica del collettivo e l’organizzazione del gioco. Senza anche la qualità tecnica si perde. I bianconeri del maestro Sarri devono ritrovare prima di tutto questi valori umani, professionali e caratteriali che hanno sempre fatto parte della loro storia. Il gioco sta crescendo, il pressing un po’ meno, necessita la volontà e l’entusiasmo di tutti. I rossoneri di Pioli, che hanno meno esperienza e qualità dei bianconeri, dovrebbero possedere più entusiasmo, generosità, determinazione. Gli uomini di Conte stanno dando tutto a livello di impegno. Il bravissimo Antonio sta cercando di migliorare il gioco e l’organizzazione attraverso compattezza e tempi di giocate. La rosa è limitata e le competizioni tante, urge un intervento societario. Il Napoli del grande Ancelotti difetta di continuità, a tratti giocano forse il calcio migliore, ma se vogliono raggiungere i successi occorre più determinazione. L’espulsione è stata un’umiliazione che Carlo non meritava. La Lazio di Inzaghi migliora mentre la Roma di Fonseca deve trovare più continuità. La piccola Atalanta è diventata una grande del calcio italiano grazie a idee, lavoro e competenze: una speranza ed un insegnamento per tutti i club. Complimenti al presidente Percassi e al bravissimo Gasperini. Spero che sia un campionato bello e che ci porti nel futuro. Senza conoscenza non ci può essere bellezza, coraggio ed innovazione.