Gol da fuori: Toro infallibile Mazzarri carica i suoi cecchini
●Il 36% delle reti dai tiri oltre i 16 metri Ma nessuno ne ha fatti più del Napoli: 11
Una parabola può scrivere la storia di una domenica. Ne sa qualcosa il Torino, che può vantare un’inclinazione da specialista nell’arte del gol nato da conclusioni scoccate fuori dall’area di rigore. Nessuna squadra di Serie A riesce a stare a ruota dei granata in termini di percentuale, grazie al 36% delle reti raccolte dalla distanza sul bottino totale. Si difende benissimo il Napoli che, in valore assoluto, ha segnato da lontano più di tutti, in undici occasioni. Un dato che pesa, però, appena per il 26% sul totale dei gol dell’attacco azzurro (42). Domani la sfida tra Toro e Napoli correrà, dunque, anche sul filo delle capacità balistiche dei tiratori scelti. In un duello tra cecchini.
COME SEGNA IL TORO? Le esecuzioni da oltre i sedici metri sarà l’asso nella manica sul quale Mazzarri conterà per creare difficoltà a Koulibaly e compagni. In settimana, Walter ha lavorato molto sulle esercitazioni focalizzate sul lavoro dei centrocampisti per consentire ai suoi tiratori migliori di inquadrare subito la porta dal limite dell’area. D’altronde, sono i numeri di questo campionato che raccontano come sia stato fatto un lavoro specifico per favorire il tiro da lontano. Se è vero che il Toro ha non poche difficoltà ad arrivare al tiro dentro l’area di rigore, è altrettanto vero che il gol dalla distanza sta diventando una specialità della casa. Nella classifica «assoluta» delle marcature nate da conclusioni dalla lunga gittata, i granata si piazzano al secondo posto con dieci gol, proprio dietro il Napoli, come dicevamo a undici. C’è da migliorare il feeling con i calci da fermo, tant’è che solo una volta Mazzarri ha potuto esultare per una punizione che ha fruttato un gol (il protagonista fu Meitè nella gara di andata in casa dell’Udinese). Ma nei contropiedi il Toro è micidiale: finora sono stati sette i giocatori granata in gol dalla distanza. Ansaldi, Rincon e Iago Falque ci sono riusciti due volte. Gli altri sono Berenguer, De Silvestri e Baselli. DIFFERENZE Il Napoli, invece, si coccola gli specialisti Mertens e Milik, rispettivamente quattro e tre volte a bersaglio fuori dall’area (per il polacco due punizioni vincenti) in questo campionato. Oltre a poter contare anche sulla capacità di tiro di Zielinski, Insigne, Fabian Ruiz e Ounas, tutti una volta a bersaglio. C’è poi un aspetto che, più di qualunque altro, segna una differenza nella diversa tipologia e filosofia di gioco delle due squadre: il Toro ha sfondato sempre centralmente, gli azzurri invece distribuiscono quasi equamente l’apporto dei tiri-gol, dalla zona di centrodestra a quella di centrosinistra dell’attacco.
LE DUE VIE In questo Toro che globalmente però fa fatica a segnare, Mazzarri sta studiando nuove formule per aiutare le punte a sbloccarsi, a partire da Belotti. Così ieri al Filadelfia ha provato due soluzioni anti-Napoli: il 3-5-1-1 con Berenguer rifinitore (è l’ipotesi più forte) e la riproposizione del 3-4-2-1 con il doppio trequartista. E, a propositivo di statistiche, c’è un’ultima curiosità: dal 45’ al 60’ delle partite il Toro ha realizzato il 40% dei suoi gol. Quindici minuti magici sì, ma lasciamo stare il quarto d’ora granata. Quella è un’altra cosa.