Ronaldo Reti e sorrisi anti-crisi CR7 lancia la volatona
● Predica calma in vista dell’Atletico, contagia il gruppo col buonumore E questo periodo di solito serve a Cristiano per iniziare il decollo...
Hanno sempre domato i mari, i portoghesi: navigatori curiosi ed esperti, anche nelle tempeste della Champions. Di solito Cristiano Ronaldo si muove con sicurezza tra le correnti di febbraio e anche nella nuova rotta italiana serve da scialuppa: l’equipaggio bianconero vuol farsi trasportare da lui, che in questo periodo inizia ad alzare i giri del motori. Si è già imposto come un capitano tranquillo, uno che smussa le tensioni e accende l’entusiasmo a bordo: la Juve lo userà per arrivare sana e salva al Wanda, l’isolotto su cui piantare la bandiera. A quel punto si potrebbe aumentare la velocità di crociera: il progetto di viaggio prevederebbe pure un ritorno a Madrid a giugno.
NIENTE ANSIA La Juve si aggrappa al suo fenomeno in queste settimane di mare mosso prima dell’evento dell’anno: l’ottavo di finale contro il Cholo, avversario che più scivoloso non si può, è uno spartiacque decisivo in una stagione con ambizioni di gloria europea. Quel filo di preoccupazione attorno, nell’ambiente e tra i compagni, Cristiano lo combatte alla sua maniera spavalda: con il sorrisetto furbo e il buonumore ostentato, che è strafottenza solo se si guarda in superficie. Togliendo la patina, si scopre altro: ciò che muove i comportamenti di Cristiano è una fiducia assoluta nelle proprie capacità e nella propria dedizione. Gli basta lavorare come una macchina per non perdere l’ottimismo: a volte esagera, come nella sfilata nel giorno del patteggiamento col fisco spagnolo, ma è un’attitudine che si porta sin dagli inizi di carriera. Ed è una delle cose che più ha stupito il mondo bianconero. Il lavorìo psicologico di Cristiano sul resto dell’equipaggio è molto sottile; prova a portare tutti in un umore positivo e ad allontanare ogni cattivo pensiero. La forza della Juventus e la bontà della sua scelta non possono essere messi in discussione da un k.o. in Coppa Italia e da una rimonta in Serie A.
OCCCHIO A FEBBRAIO Col Parma è andata maluccio, ma non certo per colpe portoghesi: Cristiano è uscito dall’angolo e ha ritrovato il gol, sotto forma di doppietta, e il trono del re dei bomber. Evidentemente inizia a sentire l’odore del sangue perché tra meno di due settimane c’è una di quelle sfide che azzanna: la Champions, soprattutto negli ultimi anni, è stato il suo giardino di casa e le maglie dell’Atletico lo hanno fatto imbizzarrire spesso. E poi c’è una contingenza nel calendario: febbraio non è il mese in cui Cristiano Ronaldo si scatena di più, ha maggiore confidenza con altri momenti dell’anno, ma è comunque il periodo della rincorsa, della preparazione al decollo. Inizia a prendere la mira, poi arriva sempre la grandinata: nei febbraio della carriera ne ha fatti 59, mentre a marzo si sale al record di 80 (su un totale da mille e una notte: 677). Tra l’altro, l’anno passato è stato proprio questo il momento di maggiore ispirazione Cristiana: 8 reti nel miglior febbraio della carriera, con la doppia chicca col Psg (doppietta negli ottavi di andata a Madrid). Il suo primo gol di febbraio, invece, risale a 15 anni fa: da fresco 19enne in un derby di Manchester di Fa Cup. Invecchiando migliora, ma la tendenza a decidere quando conta arriva da lontano.
BUONUMORE Oltre al campo, però, pesa la fatica di ogni giorno, la vita di gruppo alla Continassa. Ieri Cristiano ha postato la solita foto con alcuni compagni vittoriosi in una delle tante sfide organizzate a margine degli allenamenti: finora gli sono servite per strappare qualche centinaia di euro ed alcune buone bottiglie, ma hanno una funzione più alta della goliardia. Sono cemento, soprattutto in un periodo come questo in cui non tutto gira come dovrebbe. I messaggi all’ambiente sono arrivati a destinazione e i compagni hanno deciso di stringersi attorno al leader. «Chiunque vorrebbe avere in squadra uno così, campione in campo e grande ragazzo fuori. Si può imparare molto ed è uno stimolo per tutti: contro di lui ho perso la finale col Liverpool, ora spero di vincerla insieme», ha detto ieri ad esempio Emre Can. Il tedesco era nel team perdente, quello avversario di Cristiano: aveva il buonumore che serve per affrontare i mari.