La Gazzetta dello Sport

Pugni, parole, polemiche: così Eusebio frusta il gruppo

●Da Schick a Manolas, tanti apertament­e nel mirino di un tecnico spesso «deluso e amareggiat­o». E la squadra non gradisce

- Chiara Zucchelli ROMA

Faceva ancora parecchio caldo quando, a «Sette», Eusebio Di Francesco raccontava: «A volte scrivo frasi motivazion­ali sulla lavagna, uno di quelli che cito di più è Mandela. Condivido l’idea che una squadra sia un corpo unico, con un’unica anima». In cinque mesi il suo pensiero è rimasto lo stesso, le parole no. Tanto che Di Francesco, testuale, si è detto: «Deluso, amareggiat­o, avvelenato e incazzato». Poi ha dato un paio di pugni alla panchina e ha mandato in tribuna quei giocatori che avevano avuto atteggiame­nti, a suo dire, non consoni.

TIFOSI E SQUADRA Questo da una parte gli vale l’applauso di tanti tifosi che ne apprezzano la schiettezz­a - nel calderone di questi giorni è criticato, ma mai accusato come Pallotta, i dirigenti o i calciatori -, dall’altra non facilita il suo rapporto con la squadra. A Plzen («Farò le mie valutazion­i, non ho avuto le risposte che volevo») solo l’ultimo atto di una storia iniziata ad agosto dopo il pari contro l’Atalanta: «Divento matto, alla fine sembrava scapoli contro ammogliati. Avrei cambiato tutti». Detto che anche sui singoli Di Francesco non ha fatto sconti: «Dzeko cosa ha? Chiedete a lui. Pastore? A Torino ha sbagliato quasi tutti i palloni. Manolas? Da uno come lui non mi aspetto certi errori», è il gruppo a mandarlo spesso su tutte le furie: «A Milano ho sbagliato io», le sue parole dopo il k.o. contro il Milan, mentre dopo il pareggio contro il Chievo ha ribadito: «Sono incazzato. Senza determinaz­ione è inutile andare a Madrid».

TRA CAMPO E TRIBUNA A Madrid la Roma ci va e debutta Zaniolo: «È un segnale per tutto il gruppo», mentre in tribuna va Kluivert: «Stare fuori servirà a quei giocatori che si sentono già pronti e maturi». A Bologna resta a casa Karsdorp, la Roma perde: «Io ho il fuoco dentro, la squadra deve ritrovarlo. Schick deve giocare meglio, non possiamo fare tutta la stagione sulle spalle di Dzeko». Altro k.o., stavolta contro la Spal: «Non si può sbagliare niente nella preparazio­ne, neanche il giorno prima, i giocatori devono essere sul pezzo. Non dobbiamo essere superficia­li. Certe cose mi fanno veramente incazzare. Io così divento matto». E ancora, la Roma perde a Udine: «Sono avvelenato, non siamo una grande squadra». Il pareggio a Cagliari: «Non voglio parlare di tattica, l’allenatore durante alcune situazioni è relativo. Sono arrabbiato ed amareggiat­o». Parole che ritornano spesso e niente hanno a che fare con quelle di cui orgogliosa­mente, Di Francesco parlava in estate. Quando faceva caldo. E non c’era il gelo, dentro e fuori Trigoria.

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Eusebio Di Francesco, 49 anni, allenatore della Roma dal 2017

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