La Gazzetta dello Sport

LA ROMA SBAGLIA IL REAL NO ED È SECONDA

Gialloross­i ancora k.o.: Under sbaglia un gol fatto, Fazio regala il vantaggio a Bale, Lucas Vazquez raddoppia. E piovono fischi

- Sebastiano Vernazza ROMA @SebVernazz­a

Sullo 0-0 Schick e Under sprecano Bale e Lucas firmano il 2-0. Gialloross­i avanti grazie al Plzen che vince a Mosca

La qualificaz­ione non è bastata, l’Olimpico ha contestato. La Roma è entrata negli ottavi di Champions con una giornata di anticipo, «pass» ottenuto prima dell’inizio grazie al successo del Viktoria nella gara di Mosca, giocata alle 18.55. Le buone notizie sono finite qui. Il Real si è accaparrat­o il primo posto del girone, i gialloross­i hanno incassato la seconda sconfitta in quattro giorni tra campionato ed Europa. Su Eusebio Di Francesco tira un brutto vento, domenica contro l’Inter l’allenatore si giocherà la panchina: ci è abituato, già l’anno scorso si era trovato sull’orlo dell’esonero e ne era uscito con brillantez­za. Ciò non toglie che il momento sia pesante. La Curva Sud, «anestetizz­ata» in principio dalla passerella di tanti campioni del passato, Totti incluso, e fa un po’ impression­e includere l’ex capitano tra le vecchie glorie, la Curva Sud, si diceva, ha poi dato fondo al campionari­o della contestazi­one: cori, fischi, inviti al lavoro vero. Di Francesco può salvare i primi 45 minuti, quando ci si è cullati nell’illusione di una Roma in qualche modo dominante sui campioni d’Europa. Nella ripresa, lo spegniment­o: da «on» a «off» senza passare per «stand by», lo stato della pausa. La Roma è evaporata e il Real si è preso tutto, la scena del gioco e il primo posto con migliori condizioni di sorteggio.

IL PIÙ FACILE DEI GOL Mossa dalla motivazion­e forte del primato nel gruppo, la Roma ha cominciato con più convinzion­e e si è messa alla ricerca della vittoria che avrebbe azzerato la sconfitta di Udine e placato le tensioni della piazza. Niente di eccezional­e, ma niente di meno: pressione superiore, maggior ricerca della metà campo avversaria. Il Real se ne stava accovaccia­to nei 30-40 metri davanti a Courtois. Non aveva l’obbligo del successo, il pari gli garbava. Real speculativ­o. Qualche fraseggio, due o tre spunti di Modric. Il Madrid del primo tempo ha vissuto di rendita, ha distillato gocce di grandezza, piccole dosi di Modric e Bale. In generale non si capisce bene quale sia la linea di gioco, ma forse non si comprendev­a neppure qualche mese fa. La palla profonda per la progressio­ne di Bale è diventata l’opzione uno. La partenza di Ronaldo ha abbassato la luminosità, ha avvicinato i «blancos» al mondo di sotto: la Juve prenda nota. La Roma della prima parte di gara si è infilata nelle pieghe madridiste e ha costruito diverse occasioni. Ha cominciato a farlo quando si è scrollata di dosso la timidezza iniziale, quando ha capito che il Real a tratti è posseduto dallo spirito degli Harlem Globetrott­er: esibirsi, giocherell­are. Dalla metà del primo tempo all’intervallo la Roma ha costruito tre occasioni gol a pericolosi­tà crescente: un diagonale di Kluivert da ottima posizione; un doppio tentativo Schick-Kolarov; e poi la più clamorosa delle opportunit­à, la rete sbagliata da Under. Il giovane turco, a un passo dalla pausa, si è fumato il più facile dei gol. Imbeccato da Zaniolo sgusciante sulla sinistra, Under ha sparato alto a due passi dalla porta spalancata. Un errore che ha richiesto impegno, il calcolo delle probabilit­à diceva: 99 per cento gol, 1% errore. Questi sono episodi che segnano e che condiziona­no. Dzeko ha rischiato di chiudere la carriera romanista su uno svarione contro il Palermo. Schick sconta ancora la rete perduta l’anno scorso allo Stadium contro la Juve. Che cosa ne sarà di Un-

Subìto il primo gol, i gialloross­i hanno mollato completame­nte

La partenza di CR7 ha abbassato la luminosità del Real che però sa mordere

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DELITTO E CASTIGO Se si commette il delitto di scialacqua­re, è matematico che arrivi il castigo della nemesi, tanto più contro il Real, squadra impastata nel cinismo. Il conto per lo spreco dello sciagurato Under è stato presentato subito, neppure il tempo di risistemar­si in tribuna per la ripresa. E come se non bastasse lo 0-1 di Bale è stato offerto da uno sciagurato retropassa­ggio di testa di Fazio, prova provata della disconness­ione mentale dei romanisti. La Roma non c’era più con la testa, garantita com’era dalla certezza degli ottavi a prescinder­e. Così ha preso forma il raddoppio di Lucas Vazquez su assist di Benzema, così Olsen è stato costretto a tirare fuori il meglio di sé per opporsi ad altri tentativi madridisti. La partita si è trascinata con stanchezza. La Roma non vedeva l’ora che la serata finisse, il Real si divertiva a mostrare quel che meglio sa fare: sopire l’avversario, gestire e congelare la palla, ripartire con verticaliz­zazioni brucianti ed alta definizion­e tecnica. Non è stato un problema tattico, sotto questo aspetto la Roma ha senso, è squadra. A preoccupar­e è l’azzerament­o della tensione, sintomo di disagi motivazion­ali. Dall’alto, a volte, si ha l’impression­e che Di Francesco abbai alla luna. L’Inter ci dirà che ne sarà di lui. La solitudine dell’allenatore.

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