La Gazzetta dello Sport

Pogba ha nostalgia «Torino è casa mia Juve, che famiglia»

●L’asso dello United si aspettava la sfida alla sua ex: «Sentivo che ci saremmo affrontati in Champions»

- Filippo Conticello @filippocon­t

Pare che dietro a tanta nostalgia ci sia anche una questione estetica: parte dall’urbanistic­a e arriva dentro a un campo di calcio. Per Paul Pogba le colline piemontesi e i larghi boulevard che tagliano come lame Torino hanno ancora qualcosa di magico: il francese li preferisce alla più ruvida Manchester post-industrial­e, la città in cui è tornato tre anni tra squilli di fanfare e una pioggia di sterline. E preferisce pure la libertà creativa che gli garantiva Allegri rispetto alle catene di Mourinho. Insomma, ci sarebbero pure le condizioni perché i tifosi sognino davvero un incredibil­e ritorno: dopo Ronaldo, niente è troppo azzardato. In ogni caso, la prossima settimana il centrocamp­ista

CUADRADO, DYBALA, BONUCCI LI SENTO ANCORA DI TANTO IN TANTO

PAUL POGBA

SUGLI EX COMPAGNI

QUANDO TI ALLENI CON PIRLO O CHIELLINI, PUOI SOLO IMPARARE

PAUL POGBA SUGLI ANNI IN BIANCONERO

dello United, precoce fenomeno in bianconero, farà l’ennesimo viaggio Manchester-Torino: mercoledì, nel suo caro vecchio Stadium, proverà a tenersi la Champions e a fermare il vecchio maestro Max. Contro la Juventus sarà, comunque, una tempesta di ricordi come lo stesso francese ha ammesso con parole al miele in una intervista a RMC Sport: «Sentivo che avremmo affrontato la Juventus in Champions League, è stato incredibil­e. Lo dissi a mio fratello in estate: “Credo che saremo nello stesso gruppo della Juve...”. E per me è un piacere tornare, Torino è casa mia, è dove ho segnato il mio primo gol da profession­ista». Nel dettaglio: il 20 ottobre 2012 un arcobaleno di sinistro al volo contro il Napoli, dopo essere entrato dalla panchina al posto di Arturo Vidal. VECCHIO AMORE Molto è cambiato nella Juve da quando Paul è partito per cercare fortuna in Inghilterr­a: ora c’è Cristiano a indicare con un dito l’orizzonte. Non è cambiato di certo l’affetto reciproco tra Pogba e il variegato mondo juventino: i tifosi sperano che i mal di pancia a Manchester portino a una rottura definitiva, così la Juve potrebbe farsi ingolosire davvero. Di certo, adesso la squadra ha ben altra baldanza in Europa, come lo stesso Paul ha verificato di persona. A Old Trafford la superiorit­à è stata evidente, a tratti schiaccian­te: certe imperfezio­ni e paure della sua epoca sembrano essere definitiva­mente finite in soffitta. Negli anni Pogba non ha raffreddat­o i rapporti, anzi il telefono continua a squillare: «Cuadrado, Dybala, Bonucci li sento di tanto in tanto. Siamo stati una famiglia, è ovvio che siamo rimasti in contatto – ha aggiunto –. Quando sei accanto a giocatori come Pirlo, Buffon o Chiellini puoi solo imparare. Ogni giorno in allenament­o provi a osservarli e apprendere da uomini del genere».

DIVENTARE REALTÀ Dopo aver conquistat­o la Russia e vinto il Mondiale, Pogba si aspettava ben altra Champions League. L’esordio è stato, invece, balbettant­e e la qualificaz­ione è tutt’altro che scontata. Andrà conquistat­a nel tempo, a partire dallo Stadium: «Questa Coppa è un trofeo al quale penso, è sempre nella mia testa», ha ammesso ancora. Certo, le ruggini con Mou non lo aiutano a farsi piacere la parte rossa della città di Manchester, anzi alimentano incontroll­ate e continue voci di mercato. La «sua» Juve per il momento lo considera solo un rivale su cui scatenare la furia di Matuidi in mezzo al campo, ma in fondo lo osserva con discreta curiosità. Nel recente passato la Signora ha dimostrato di saper trasformar­e l’impossibil­e in realtà.

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ANSA Un abbraccio tra Paul Pogba e Antonio Conte
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AFP José Mourinho e Paul Pogba in allenament­o
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