Mentalità e qualità Il filotto di vittorie vitamina pre derby
●Spalletti ha cambiato la testa dei suoi e adesso vola I cali di tensione sono lontani e la sosta aiuterà a ricaricarsi
Non siamo ancora al «Paradiso all’improvviso», però l’Inter ha cominciato a marciare con forza e convinzione, come sin dall’inizio aveva chiesto il comandante Luciano Spalletti. Che anche prima della Spal aveva spiegato bene cosa è cambiato nell’ultimo periodo in casa Inter: «Quello che fa la differenza è il lavoro, l’attenzione, la disponibilità. Abbiamo avuto delle complicazioni, si è pigiato più forte e si è passato dove si doveva passare». Tradotto: l’In- ter oggi sa qual è la propria reale dimensione e cosa deve fare per far emergere le proprie qualità. Ed è la storia dell’ultimo mese a raccontare bene il cambio di passo, soprattutto mentale. È cambiato l’approccio alla partita, così come l’abitudine a «restare dentro la gara» – per dirla alla Spalletti – finché non è finita. E sono i numeri a confermare tutto: l’Inter è la squadra che ha segnato di più in Serie A negli ultimi 15 minuti di gioco (6 reti) e ha il secondo miglior attacco nei primi 15’ (3 gol) dopo il Napoli (4). E le sei vittorie consecutive tra campionato e Champions – miglior striscia dell’era Spalletti – sono lì a sottolineare la crescita evidente della squadra.
CONDIZIONE FISICA Può sembrare paradossale, ma la sosta arriva nel momento giusto. Perché, al di là dei risultati, domenica sera a Ferrara l’Inter ha dimostrato di essere un pochino sulla gambe e a corto di fiato dopo la lunga rincorsa che l’ha portata al terzo posto in Serie A e al primo (col Barcellona) nel girone di Champions. Spalletti ha sfruttato bene tutti i suoi effettivi, trovando giovamento dal turnover e dalla panchina lunga: a parte Ranocchia e Joao Mario, tutti hanno avuto un’occasione. E quando dice «sono tutti titolari», lo fa con cognizione di causa: le risposte le ha avute dal campo.
CONDIZIONE MENTALE Vincere aiuta a vincere. Soprattutto aiuta a far crescere l’autostima. L’Inter da domani inizierà a preparare il derby, convinta dei propri mezzi, delle proprie potenzialità e qualità. Nel gruppo tutti sanno di essere importanti ma che nessuno è indispensabile. Anche Icardi, per dire, può restare in panchina per una partita intera (vedi la sfida con il Cagliari), così come Dalbert e Borja Valero possono partire titolari o subentrare, facendo la differenza.
NAZIONALI La sosta avrebbe dovuto togliere a Spalletti 13 giocatori: ma D’Ambrosio è già rientrato, lo farà pure Vrsaljko, mentre Perisic (forse) verrà risparmiato per la seconda gara con la Giordania. Certo, Lautaro e Icardi rientreranno in gruppo solo a tre giorni dal derby, ma conta che stiano bene.
L’ULTIMA SOSTA Prima della pausa di settembre l’Inter aveva chiuso vincendo la prima partita di A a Bologna e ha ricominciato cadendo in casa contro il Parma. Ma è stato il k.o. della svolta: da lì è arrivato il filotto di sei vittorie consecutive che ha cambiato piani e ambizioni. Ripartire dal derby eviterà cali di tensione. Questa Inter non vuole più fermarsi.