La Giorgi s’inchina a Venus Un caso lo «strip» di Cornet
●Camila cede alla Williams, scuse alla francese sanzionata per un cambio di maglietta in campo
NEW YORK
Una accanto all’altra, Venus e Camila sembrano un peso massimo e un leggero, per restare a un tema, la boxe, che piace molto alla nostra Giorgi. Ma più che il fisico, nell’inferno newyorkese, dove il cemento ribolle ancora a più di 40°, dovrebbe contare di più l’età. Vero che Venus è un monumento con 7 slam (l’ultimo dieci anni fa), che solo l’anno passato andò in finale a Wimbledon e in semifinale proprio qui a Flushing, ma ha 38 anni. Mentre l’azzurra, unica nostra rappresentante nel tabellone (nel 2015 avevamo Pennetta e Vinci in finale), ne ha 26. Quei dodici anni però non fanno la differenza.
OCCASIONI Alla fine, Camila cede per due set a zero: con molto rammarico. Il solito di sempre. L’ottovolante su cui sale, conquistando punti con colpi anche eccellenti e concedendo poi clamorosi regali alla rivale. Nell’arco del match infila 29 vincenti, ma sparacchia 41 errori gratuiti: disfa e ricuce. Cede il primo set per 6-4 in 47’ nonostante strappi il servizio a Venus due volte. E ci sono le 12 palle break a disposizione, sfruttate solo in tre occasioni, che l’affondano. Nel nono gioco del secondo set ha addirittura 5 palle per strappare la battuta a Venus, che con due servizi vincenti annulla gli sforzi dell’italiana. E poi nella calura tropicale del Queens, l’anziana Williams per buona parte della seconda frazione comincia a muoversi al rallentatore. Probabilmente basterebbe allungare il palleggio, ma la testa di Camila, programmata dal padre Sergio, prevede un solo tipo di gioco. E così continua a buttare in rete o fuori dal campo ghiotte occasioni. Fino al 7-5 finale, Peccato, perché a Wimbledon di quest’anno era sbucata di prepotenza ai quarti.
INSOLITO STRIP Ma né Venus e neppure la rimonta della campionessa in carica Stephens per salvarsi dall’assalto dell’ucraina Anhelina Kalinina, numero 134 del mondo (Sloane recupera un set, si aggiudica il secondo per 7-5 prima di veleggiare verso il terzo turno per 6-2), fanno grande rumore. Dopo il «caso caldo» del martedì di cui si è parlato più che delle vittorie di Federer e soci, anche ieri l’argomento più chiacchierato non era legato ai risultati. Ecco servito «l’affaire» di Mademoiselle Alize Cornet. Nel match di primo turno perso contro la Larsson, la francese di 28 anni, numero 31 del ranking, si accorge che dopo la pausa del secondo set ha indossato la maglietta al contrario. Prima di riprendere il gioco se la toglie, esponendo un reggiseno sportivo. Ma con sua sorpresa, la giudice di sedia le affibbia un warning. Quell’innocente spogliarello con successiva penalità però fa il giro del mondo. La Wta si arrabbia perché non esisterebbe un regolamento che preveda quell’infrazione: si sarebbe trattato di una discriminazione, perché i maschietti rimangono con grande frequenza a petto nudo di fronte a telecamere e spettatori, senza conseguenze. Così la federtennis americana è costretta a emettere a sua volta un comunicato. Prima la precisazione sul regolamento: «Tutti i giocatori (quindi uomini e donne,
ndr) possono cambiare le loro magliette mentre si trovano seduti sulle sedie. Non sarà considerata una violazione». E di seguito il pentimento: «Ci scusiamo per la penalità comminata alla signora Cornet. Fortunatamente le era stato solo assegnato un warning». Per fortuna.