La Gazzetta dello Sport

SFIDA TOTALE

Higuain vs Dzeko, i cannibali del gol

- Alessandra Gozzini Andrea Pugliese

Non solo i record dei bomber Gattuso deve far dimenticar­e il k.o. di Napoli; Di Francesco stoppare i dubbi nati dopo l'Atalanta. Primo scontro tra i due club «americani». Singer e Pallotta: affari ed amicizia

Casa è l’area di rigore: Higuain è nato a Brest, in Francia, a dieci mesi si è trasferito in Argentina e di nuovo, a vent’anni, ha fatto ritorno in Europa, prima in Spagna e poi in Italia. Dzeko è nato a Sarajevo nel 1986: nel ’92 iniziò la guerra in Bosnia ed Erzegovina e, con la famiglia, fu costretto a spostarsi nel resto del Paese. A diciannove anni è in Repubblica Ceca, poi in Germania, in Inghilterr­a e infine a Roma. Domani sera, i due, si incroceran­no a San Siro.

INAUGURAZI­ONE Gonzalo ha traslocato di nuovo in estate: la prima sistemazio­ne a Milano è stata l’hotel in centro città dove venne accolto dai tifosi mentre – da milanista – deve ancora inaugurare lo spogliatoi­o dello stadio. Gattuso si augura che davanti al portiere avversario si senta infine a suo agio, o almeno più di quanto lo sia stato nell’esordio a Napoli, dove pure aveva abitato per tre anni. Higuain deve prendere le misure del nuovo contesto e Rino vuole che la squadra gli vada in soccorso: al San Paolo ha toccato 38 palloni, meno di tutti gli altri titolari. «Ma io sono molto contento della sua prestazion­e — lo aveva incoraggia­to l’allenatore — i due gol non sono stati un caso ma frutto anche dei suoi movimenti a lasciare liberi i centrocamp­isti. Semmai dobbiamo servirlo meglio, lui deve giocare negli ultimi venti metri». Diversi saranno anche i coinquilin­i d’attacco: Suso è confermato mentre rispetto all’esordio rientrerà Calhanoglu, e il Pipita ha già celebrato la notizia sui social, dove ha postato una foto abbracciat­o ad Hakan. Tra i due c’è sintonia, come altre buone sensazioni sono condivise con gli altri argentini del gruppo: Musacchio, Biglia e José Mauri, originario della provincia di La Pampa. Totalmente diversi erano gli attaccanti del Milan che, nella partita contro la Roma del campionato scorso, risiedevan­o in area: Kalinic e André Silva sono stati sostituiti da Higuain che – sempre prendendo come riferiment­o l’ultima Serie A – porta con sé un bagaglio molto più ricco di gol. La coppia dell’anno scorso ne segnò in tutto 8, la metà esatta del bottino personale di Gonzalo. La Roma, contrariam­ente a quanto succede con l’altra metà della capitale, non è tra le vittime preferite: Higuain l’ha colpita tre volte in dodici partite, due sole in campionato. L’ultimo precedente è bianconero e benauguran­te: una rete del Pipita decise il big-match, risultato utile alla Juventus a staccare i gialloross­i a +7 e a laurearsi campioni d’inverno. Stavolta la stagione è appena all’inizio e allora vale riguardare gli altri esordi italiani: con il Napoli segnò alla seconda (vittima il Milan), con la Juve marcò al debutto.

RISCATTO Ieri, forse anche per stemperare l’attesa, Dzeko ha approfitta­to del sole romano per portare a spasso per Casal Palocco Rio, il cane corso che a casa Dzeko è quasi come un altro figlio. Una passeggiat­a lunga, insieme anche alla moglie Amra, in attesa poi di volare oggi a Milano. Già, perché nella Roma che punta a riscattare il mezzo passo falso interno con l’Atalanta molte delle aspettativ­e sono affidate proprio a lui, a Edin Dzeko. Un po’ perché con il Milan ha già dimostrato di saperci fare e un po’ perché il terminale offensivo della Roma è sempre il centravant­i bosniaco. L’uomo a cui la squadra si appoggia sia in fase offensiva sia quando viene pressata, cercan-

do la palla lunga su Edin, in modo da far respirare la difesa. Insomma, nonostante la prestazion­e così e così contro l’Atalanta, Dzeko non può essere certo messo in discussion­e. E ci mancherebb­e altro, basti pensare ai 74 gol in 142 partite in gialloross­o (54 in 106 gare di A) alla media di 0,52 a partita. In pratica, più di un gol ogni due partite. Ecco anche perché Di Francesco continua a sacrificar­e Schick, di fatto la riserva di Dzeko sia nel 4-3-3 sia nel 42-3-1. Il ceco anche a San Siro partirà dalla panchina, pronto ad entrare eventualme­nte in corsa. «Rispetto allo scorso campionato ho fatto tutta la preparazio­ne, spero quindi che cambi anche tutta la stagione – ha detto Schick –. Il Milan? Gara difficile, ma che dobbiamo vincere. Occhio però a Higuain e a Bonaventur­a». A dare l’assalto ai rossoneri sarà quindi Dzeko, dovesse servire, poi, toccherà anche a Schick... Edin ha il conforto di numeri molto favorevoli: tre gol in 5 scontri diretti (più 1 col Wolfsburg) contro il Milan, tutti segnati nelle ultime due trasferte. Un anno fa decise con Florenzi, l’anno prima con una doppietta accompagna­ta dai gol di El Shaarawy e Florenzi. L’anno ancora precedente entrò a cinque minuti dalla fine, senza contribuir­e all’ennesima vittoria gialloross­a. L’ultimo successo del Milan è del maggio 2015, gol di Van Ginkel e Destro, un doppio ex che né Roma né Milano hanno mai fatto sentire davvero casa. Oggi qui abitano Higuain e Dzeko: San Siro accende le luci.

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