La Gazzetta dello Sport

Bagaini-Gastaldi: l’Italia corre nel bronzo

●Il 17enne nei 200 metri, il 33enne ingegnere negli 800 in carrozzina: due medaglie inattese

- Claudio Arrigoni BERLINO (GERMANIA)

Uno a 18 anni da compiere ha già partecipat­o (e vinto medaglie) a Mondiali giovanili (Notwill 2015), Europei (Grosseto 2016 e ora Berlino 2018), Mondiali (Londra 2017). L’altro, con 34 che stanno arrivando, è al debutto internazio­nale paralimpic­o. Questi campionati continenta­li dovevano essere un momento di crescita per i due Azzurri. Ma a Riccardo Bagaini, piemontese da Orta San Giulio, e Diego Gastaldi, sardo di Nuoro, piace anticipare i tempi. Hanno mostrato di essere già un bel presente, con due medaglie di bronzo alle quali credevano nel cuore: Ricky nei 200 m T47 (amputati di braccio) e Diego sugli 800 m T53 (in carrozzina). «Una medaglia che vale tanto, la mia prima assoluta a livello individual­e». Bagaini aveva già vinto un argento ai Mondiali dello scorso anno con la staffetta, con la quale sarà protagonis­ta oggi (Differita RaiSport dalle 20.25): «C’è grande spirito di squadra». Vive negli splendidi scenari che regala il lago d’Orta dopo essere nato in Svizzera senza l’avambracci­o sinistro: «Mai sentito diverso». Lo ha portato allo sport paralimpic­o un pioniere come Angelo Petrulli, allora presidente del Gsh Sempione 82 a Gravellona Toce, che dal cielo ha gioito per lui: «Ha creduto in me quando ero bambino. Prima giocavo a calcio e mi divertivo con lo sci».

L’INCONTRO Un giorno all’Arte Ortopedica a Budrio ha incontrato Bebe Vio. Gli dice: «Perché non fai sport con noi». Presa in parola: è uno dei tanti giovani che crescono in quella Academy paralimpic­a che è art4sport (già tre medaglie in questo Europeo, anche argento di Pentagoni e bronzo per Lanfri). «E’ la mia prima esperienza europea, non avevo la consapevol­ezza di poter vincere una medaglia. Devo ancora metabolizz­are». Diego Gastaldi lascia da parte quel 23 agosto 2011, quando era su un’auto guidata da chi non doveva: una curva presa male e la disabilità: «Un periodo duro. Ma ne sono uscito più forte». Predilige il mezzofondo ed è fra quelli che promuovono lo sport paralimpic­o. Ingegnere, ora fa vita da atleta: «Mi alleno due volte al giorno, studio e modifico io la carrozzina».

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Riccardo Bagaini oggi in gara nella staffetta MANTOVANI/FISPES

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