DERBY DOVI-LORENZO PER IL TRIS DUCATI
Dovizioso-Lorenzo a caccia di un mese interamente rosso ● Dopo Brno e Zeltweg puntano a chiudere agosto imbattuti. Petrucci: «Studio Jorge, ma non basta»
Sarà un agosto rosso? Riuscirà la Ducati a portare a casa, dopo Brno e Zeltweg anche la leggenda Silverstone? Domande, queste, alle quali il duo di Borgo Panigale, Andrea Lorenzo e Jorge Lorenzo, evita di rispondere, troppi i punti interrogativi che accompagnano il weekend: dal meteo, che promette pioggia, possibile oggi, probabile domenica, alla riasfaltatura del tracciato. «E con il nuovo manto le buche si spostano, ne troveremo in punti diversi da quelli che ricordavamo, servirà resettare in fretta – spiega Dovizioso -. Questa è una pista favolosa, e come tutte le cose bellissime è complicata: molto lunga, alla fine ti consente di fare pochi solo giri».
STATISTICA Una pista che un anno fa vide lo splendido trionfo di Andrea («Un capolavoro» lo definisce Danilo Petrucci) e che ora Lorenzo mette nel mirino, confortato dalla statistica che lo sta accompagnando: le tre vittorie ottenute finora sono tutte arrivate sulle piste dove un anno fa a trionfare era stato Dovi. «Cosa curiosa questa. Sarebbe bello chiudere la stagione a quota 6 – replica divertito lo spagnolo -. Di sicuro io sono innamorato di Silverstone sin da quando venimmo a correre qui nel 2010». «Non importa dove vince, ma se continua a vincere» è la replica altrettanto divertita di Dovizioso.
CRESCITA Di sicuro, la rivalità interna ha contribuito ad alzare il livello di competitività della Ducati, che ha vinto 4 delle ultime 6 gare ma che, soprattutto, ora si trova a suo agio su qualsiasi pista e in ogni condizione. «La moto è molto migliore di quella 2017, il test a Misano me lo ha confermato, sul passo sono stato molto veloce. Mi aspetto lo stesso qui – preannuncia Dovizioso -. Se ti trovi a lottare in squadra è più facile andare nella stessa direzione e di conseguenza trovare più velocità».
STUDIO JORGE Della possibile festa rossa, Marc Marquez permettendo («La mia filosofia è il mio stile: all’attacco», recita il suo mantra lo spagnolo), punta a far parte anche Petrucci, che qui nel 2015 conquistò il primo podio nel sandwich tutto tricolore aperto da Valentino Rossi e chiuso da Dovizioso. «Per me è un altro esame per continuare a stare nei top 5. Nelle ultime tre gare ci sono sempre riuscito, qui vorrei usare il meteo per fare qualcosa di più» spiega Danilo. Che si sta preparando al salto nel team ufficiale: «Prendere il posto di Jorge fino alla terza gara di quest’anno era una cosa, ma ora ne ha vinte tre in maniera molto decisa… Ho quest’anno per imparare con meno pressione, ma ci tengo a finire nei primi 5, sto facendo la miglior stagione, sono a pochi punti da Viñales e chi lo avrebbe detto a inizio Mondiale? Studio tanto i dati di Jorge, ma facciamo fatica a capire come faccia certe cose: frena la moto in pochissimo spazio, quei due metri che guadagna fanno la differenza e i dati non spiegano del tutto come fa. Come quando dominava con la Yamaha». Divertita la replica dello spagnolo: «Sarà difficile che lo capisca».
ESTREMO Di sicuro questo Lorenzo è sotto la lente di ingrandimento di Dovizioso, che ammette come ora il suo compagno sia l’avversario più complicato da superare, come si è visto a Zeltweg. «Sì, ma il discorso vale per chiunque, visto lo stile che Jorge usa adesso». Andrea ha sempre fatto della staccata uno dei punti di forza, «ma Jorge non mi ha copiato. Bisogna dargli atto che è riuscito a cambiare approccio alle linee in modo estremo, coerentemente con quello che è il suo modo di essere: prima frenava dritto, andava largo, lasciava i freni e faceva scorrere la moto. Ora, invece, frena tardi, punta la curva e si butta dentro. È stato bravo». Complimenti che Jorge incassa: «Interpreto quello che mi dice la moto per andare più forte: mi dice di frenare forte, girare poco, fare poco passo curva e accelerare forte. E io lo faccio». Facile, no?