La Gazzetta dello Sport

IL DRAMMA MARCHIONNE

L’ultima sfida Riportare la Maserati in Formula 1

- Pino Allievi HOCKENHEIM (GERMANIA)

MANAGER IN «CONDIZIONI IRREVERSIB­ILI»

● Voleva avviare il piano nella pausa estiva Abbinare il marchio alla Haas nel 2019

Ed esce il piano B di Marchionne, quello di voler portare il marchio Maserati in Formula 1 nel 2019 accoppiato alla Haas. Un sogno suo, del quale aveva appena accennato ai responsabi­li della squadra americana per la quale corrono Romain Grosjean e Kevin Magnussen. I discorsi, probabilme­nte, li avrebbe cominciati nella pausa estiva del Mondiale, tanto per saggiare le possibilit­à. In tal modo avrebbe allargato la presenza del suo Gruppo a tre team, Ferrari, Alfa Sauber e Maserati Haas, conquistan­dosi un’influenza ancora maggiore nel business dei gran premi, con ricadute ovvie su regolament­i, progetti e tante altre cose.

PADDOCK Sergio Marchionne manca già a questa Formula 1 nella quale si era gettato a capofitto e che lo avrebbe visto ancora più coinvolto, nel momento in cui avesse concluso il mandato di amministra­tore delegato di Fca, mantenendo però quello di presidente della Ferrari almeno sino al 2020. Il paddock di Hockenheim da giorni è incredulo, allibito, spaesato, perché Marchionne rappresent­ava oramai una figura chiara di riferiment­o, oltre che un orgoglio di presenza da parte di chi organizza il Mondiale, ossia gli americani di Liberty Media.

REAZIONI In questo momento quasi nessuno ha voglia di esprimersi, si preferisce restare col fiato sospeso in attesa di una bella notizia, pur sapendo che le speranze che arrivi sono pochissime, quasi nulle. Tra i pochi che hanno parlato c’è stato il presidente del gruppo Daimler (leggi: Mercedes), Dieter Zetsche, che con Paolo Ciccarone ha commentato: «Avevo sentito Marchionne dopo l’intervento e sembrava che tutto fosse andato bene. Sono addolorato, con lui ho sempre avuto un rapporto di stima e amicizia al di là delle relazioni di lavoro». Zetsche è la prima persona che esce allo scoperto e ammette di aver sentito Marchionne dopo il ricovero del 28 giugno in una clinica di Zurigo e dopo l’operazione. Se tutto sembrava volges- se al meglio che cosa è accaduto? Impossibil­e saperlo, almeno ora. Chi è a conoscenza tace.

ULTIMA APPARIZION­E C’è poi da dire che se l’ultima apparizion­e pubblica del presidente della Ferrari era avvenuta a Roma il 26 giugno per la consegna di una Jeep Wrangler all’Arma dei Carabinier­i, a lui tanto cara in quanto il padre ne era stato un appartenen­te col grado di maresciall­o maggiore, il giorno prima Marchionne si era incontrato con Chase Carey, il responsabi­le di Liberty Media e con Jean Todt, presidente della Fia, per definire l’accordo che dovrebbe portare a un tetto di spesa attorno ai 180 milioni di euro a team, per la Formula 1 dal 2021 in poi.

SILENZIO Operazioni normali, incontri di routine, telefonate, messaggi, firme di documenti: tutto interrotto dai primi di luglio, quando è calato il silenzio e neppure i suoi collaborat­ori più diretti hanno avuto accesso a informazio­ni. Adesso è tutto chiaro, adesso si sa perché, adesso si comprende anche la solitudine nella quale il manager di maggior successo al mondo di questi anni turbolenti e pieni di personaggi che tramontano da un istante all’altro, si è voluto isolare. Solo coi suoi pensieri, il suo dolore, in un distacco dalle cose materiali che lo hanno sempre accompagna­to e che all’improvviso hanno perso senso, logica, significat­o.

 ??  ?? 27 giugno Sergio Marchionne, 66 anni, nella sua ultima uscita
27 giugno Sergio Marchionne, 66 anni, nella sua ultima uscita
 ??  ?? Sergio Marchionne, 66 anni, durante l’inaugurazi­one di uno stabilimen­to della Maserati a Grugliasco, vicino a Torino ANSA
Sergio Marchionne, 66 anni, durante l’inaugurazi­one di uno stabilimen­to della Maserati a Grugliasco, vicino a Torino ANSA

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