La Gazzetta dello Sport

Sam non ci crede «Volevo una tappa e chiudo con tre Ma quanta fatica»

velocista della Bora-Hansgrohe: «Ora non so come ringraziar­e i miei compagni, dovrò inventarmi qualcosa»

- Antonino Morici ROMA

Non gli è bastato aver riportato l’Irlanda sulla cartina del Giro dopo 31 anni. Bennett ha proprio esagerato: tre volte a braccia alzate in una sola edizione, come nemmeno il grande Stephen Roche aveva fatto nel suo magico 1987. Roba da far impazzire i tifosi che lo hanno esaltato davanti al Colosseo. «Sono sicuro che ne incontrerò qualcuno nei pub di Roma…».

LA VOLATA DEL 4-3

Sam ha il gusto della battuta. Dopo Praia a Mare e Imola si è messo a ridere anche dopo il traguardo più ambito, chiudendo il duello con Viviani quasi in parità dopo i 4 successi di Elia. A 27 anni ha infilato 25 vittorie da pro’. Niente male. «Sono arrivato qui sperando di vincere una tappa e riparto con tre. Il problema è che non so come ringraziar­e i miei compagni, dovrò inventarmi qualcosa». Il lavoro di squadra in effetti è stato efficace, ma Sam è stato una volpe saltando Viviani solo negli ultimi 50 metri. «Al mattino mi ero svegliato male, mi sentivo stanco. Per fortuna mi sono ripreso in tempo per vivere questa sensazione stupenda».

MANI SUL MANUBRIO

L’irlandese nato a Wervik (Belgio) da un padre calciatore, si racconta mentre Tara lo attende poco più in là. Non ci sono dubbi, la futura signora Bennett porta bene: c’era anche sotto il temporale di Imola. «All’ultimo giorno non mi aspettavo di fare così tanta fatica. I Quick-Step hanno fatto di tutto per tornare davanti e non ho potuto mai staccare una mano dal manubrio. Peccato. Se passeggi per Roma resti ammirato e io ho passato tutto il tempo a guardare le ruote di chi mi precedeva. Dovrò tornarci». Per la Bora-Hansgrohe è il miglior grande Giro di sempre. Partita con l’obiettivo di inserire un corridore nei piani alti della classifica, ha chiuso con Konrad 7° e Formolo 10° (come un anno fa) in aggiunta a 3 vittorie, 3 secondi e 5 terzi posti. Insomma, non c’è solo Sagan nel team tedesco. «Siamo stati grandi. Davide è stato bravissimo, senza problemi meccanici e la caduta dell’Etna avrebbe fatto ancora meglio». E Bennett? Avrebbe mai immaginato di finire un Giro così duro? «No, tra qualche giorno guarderò la foto dell’arrivo e magari ci crederò».

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AFP L’irlandese Sam Bennett, 27 anni, della Bora-Hansgrohe

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