La Gazzetta dello Sport

Klopp the flop di nuovo al top «È la chance che volevo»

●Ha perso tante finali: «Dopo quella del 2013 ne sognavo un’altra di Champions»

- Stefano Boldrini INVIATO A KIEV

ABBIAMO FATTO QUESTO VIAGGIO INSIEME. ANDREMO FINO IN FONDO

NEL NOSTRO DNA C’È IL SAPER COMPIERE GRANDI IMPRESE

JURGEN KLOPP

ALLENATORE LIVERPOOL

Come together. Jurgen Klopp, moderno Beatle, ruba il titolo alla canzone composta da John Lennon per spiegare il legame fortissimo con i calciatori del Liverpool, sbarcati nella finale di Champions segnando 46 gol, eliminando il Manchester City e perdendo solo la semifinale di ritorno con la Roma: «We’re on this journey together. We’ve come here together. We’ll go all the way together». «Abbiamo fatto questo viaggio insieme. Siamo venuti qui insieme. Andremo fino in fondo». Jurgen Klopp è davvero uno dei Beatles: uno straordina­rio visionario: «Quando persi la finale di Champions a Wembley nel 2013, pensai che avrei voluto avere di nuovo l’opportunit­à di vivere una sfida come questa. E la chance è arrivata».

TOP & FLOP Klopp the top. Klopp the flop. C’è il Klopp che ti porta a vedere le stelle. Ma c’è anche il Klopp che perde le finali: sette su dieci. I numeri sono spietati, cifre nude e crude. Andrebbero analizzati e in questo caso sarebbe opportuno considerar­e un elemento fondamenta­le: sei volte su dieci, il suo Borussia Dortmund ha affrontato uno squadrone come il Bayern Monaco. Nel 2016 il Liverpool sfidò nell’ultimo atto della Coppa di Lega un Manchester City superiore. Solo in tre circostanz­e ha giocato alla pari con l’avversario e la stranezza

è che proprio in questi casi Klopp ha sempre perso: con lo Schalke 04 nella Supercoppa tedesca 2011 (3-4 ai rigori), con il Wolfsburg nel 2015 in Coppa di Germania (1-3) e con il Siviglia in Europa League nel 2016 (1-3). I tre successi contro il Bayern Monaco sono arrivati da sfavorito: in Supercoppa tedesca (2013 e 2014) e in Coppa di Germania (2012).

OUTSIDER E questo è il messaggio per stasera. Quando lo dai per morto, Jurgen libera la dimensione top. Ha la vocazione dell’outsider: l’avversario si piazza al centro del ring e lui, con leggerezza, piazza il colpo del ko. Serve qualcosa di speciale: «Il Liverpool è arrivato a Kiev perché lo ha meritato. Non siamo solo una buona squadra: nel nostro Dna c’è il saper compiere grandi imprese. La nostra risorsa più importante è lo spirito. Al cento per cento. Per questo dico: cinquanta per cento noi, cinquanta per loro». La prima sfida con Zidane lo intriga: «E’ stato uno dei migliori calciatori della sua generazion­e e ora, da allenatore, ha la possibilit­à di vincere la terza Champions di fila. E’ un lottatore». E Jurgen che cosa sarà a Kiev, top o flop? «E’ una sfida importante, ma resta una partita di calcio», dice Klopp, allargando il sorriso fino a Liverpool. Uno così, alla fine, non è mai un flop.

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