Il provinciale LA LEZIONE DI INGLESE: COME SI DICE STAFFILATA?
L’ATTACCANTE DEL CHIEVO SPAVENTA IL MEAZZA CON IL SUO PERFETTO DESTRO ALL’INCROCIO: È LA PERLA DELLA GIORNATA. SUL PODIO I PLURI-CANNONIERI ILICIC E ICARDI
Il capostipite Darione Hubner avrà osservato con compiacimento l’ingresso ufficiale di Roberto Inglese nella grande famiglia dei bomber di provincia. La letteratura del campionato italiano è ricca di storie del genere, brevi come quella di Igor Protti, capocannoniere della Serie A con 24 gol con il Bari retrocesso nel 1995-96 e poi mai più capace di ripetere un tale exploit ai massimi livelli, oppure lunghissime come quella del «Tatanka» di Brescia e Piacenza, anche lui miglior marcatore di A nel 2001-02 con 24 reti alla pari con Trezeguet e dietro gente come Vieri, Del Piero, Shevchenko - e poi capace di andare in doppia cifra per altri tre anni. Roberto Inglese, che in casa ha già un discreto esempio come lo zietto Sergio Pellissier, il suo racconto lo ha cominciato da poco. E anche se ha numeri ancora molto lontani da quelli di Hubner, si è guadagnato i gradi domenica pomeriggio a San Siro. Perfetta l’esecuzione per il momentaneo vantaggio del Chievo al Meazza: prima lo spettacolare aggancio volante di Depaoli, poi il cross di Cacciatore, una piccola deviazione e il pallone che arriva dalle parti di Inglese, e «staffilata» - per restare al gergo provinciale - di collo pieno con la caviglia bloccata, in perfetta coordinazione, sotto l’incrocio. La giocata del 45 gialloblù si guadagna la perla rosa della giornata. Mica male per il Pallone d’oro dell’Abruzzo 2017, onorificenza che più bomber di provincia di così non si può, lui che è nato a Lucera, nei pressi di Foggia, ma calcisticamente appartiene a Vasto. Il mancato passaggio invernale al Napoli, per dare una mano al Chievo in prospettiva-salvezza, gli sta permettendo di entrare nella grande famiglia allargata di Hubner. Dieci gol l’anno scorso in A e dodici totali compresa la Coppa Italia, domenica Inglese ha raggiunto la doppia cifra stagionale per il secondo anno di fila (9 in campionato, 1 in Coppa Italia), con quel colpo di destro con cui firma l’autosorpasso sulle reti di testa, che sarebbero la specialità dei suoi 186 centimetri (5 gol a 4). Soprattutto, Roberto, anni 26, ha messo in carniere la prima vittima «big», dopo le due reti nel pazzo 3-5 di Chievo-Roma della penultima giornata 2016-17. Quanto al contributo-salvezza, stavolta è andata male: finora, a parte il k.o. interno con il Bologna, quando Inglese aveva segnato il Chievo aveva sempre vinto.
IL PODIO Per i nostalgici: rivedere il terzo gol di Ilicic a Verona, e confrontarlo con il gol pre-urlo di Tardelli al Mondiale ’82. Dinamica simile, secondo posto per lo sloveno. Al terzo, il tacco di Icardi, una settimana dopo quello di Immobile e nella stessa partita di quello identico meno fortunato di Rafinha, da cui Maurito ricava poi il 4-0.