La Gazzetta dello Sport

Nove maglie per cento gol Calaiò, benvenuto nel club

●Sabato il centravant­i del Parma ha raggiunto la tripla cifra in Serie B Tutto iniziò con il Torino nel 2001, da sostituto del primatista Schwoch

- Marco Guidi

Chi si ricorda quanto costava un arco in lire? Già perché quando Manu l’arciere scoccò la prima freccia in Serie B, l’euro non era ancora arrivato. 14 aprile 2001, Crotone-Torino 0-1: Calaiò segnava di testa su perfetto cross di Maspero. Sì, quello della buca nel famoso rigore di Salas nel derby con la Juve, appena pochi mesi più tardi. Ironia della sorte, Maspero sbagliò un penalty quel pomeriggio allo Scida. E indovinate chi se lo procurò? Sempre lui, bomber Calaiò.

CENTO Dell’undici di partenza di quel Torino, non gioca più nessuno. L’ultimo a smettere è stato Corrado Colombo, giusto qualche mese fa. Calaiò invece resiste. E lo fa a modo suo: contando i gol, settimana dopo settimana. In Serie B sono diventati cento, con la zampata che ha aperto il poker del suo Parma a Pescara. Una rete con dedica speciale a Davide Astori, capitano della Fiorentina scomparso tragicamen­te il 4 marzo. Intanto il club della tripla cifra lo ha accolto a braccia aperte. In attività ci sono ancora Cacia, Caracciolo, Tavano e Caputo, in rigoroso ordine di score. Da fuori applaude anche Stefan Schwoch, primatista assoluto di gol in B con 135 centri a cavallo tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila. C’entra in qualche modo anche lui con la prima rete di Calaiò a Crotone. Schwoch infatti era il centravant­i titolare del Torino, ma quel giorno figurava tra gli indisponib­ili. Spazio così al giovane Calaiò, che alla prima da titolare ne approfittò e iniziò il suo lungo cammino nell’olimpo dei bomber. Fu un passaggio di consegne? Difficile, visti i 36 anni dell’Arciere, che però non ha intenzione di smettere. «Finché sto così bene e mi diverto, ho sempre voglia di giocare», ha detto nel dopogara di Pescara.

CARRELLATA Raggiunger­e un traguardo è l’occasione giusta per ricordare tutte le tappe intermedie. Calaiò ha indossato nove maglie diverse in Serie B. In mezzo tra Torino e Parma, ci sono Ternana, Messina, Pescara, Napoli, Siena, Catania e Spezia. Per quattro stagioni è andato in doppia cifra, ma solo una volta ha superato quota 20. Fu a Pescara nel 2003-04, 21 gol in 43 partite. Era ancora agli inizi. Il cinquantes­imo nella categoria lo festeggiò col Siena sette anni dopo: rigore segnato in casa del Sassuolo, in una pirotecnic­a sconfitta per 4-3, nonostante la doppietta dell’Arciere. A cento ci è arrivato con la maglia del Parma ed è giusto così, perché gli emiliani già da bambino gli avevano messo gli occhi addosso. Calaiò giocava nella Panormus, società di Palermo che negli anni Novanta avviò una collaboraz­ione proprio con il Parma. Manu cresceva e segnava a un migliaio di chilometri di distanza dal Tardini, ma con la maglia gialloblù con sponsor Parmalat. Francesco Sicilia, suo compagno di squadra di allora e oggi giornalist­a, ricorda come Carlo Gardani, osservator­e dei ducali, s’innamorò di lui vedendolo giocare e volesse portarlo in Emilia. Nel 1997, però, Calaiò vinse lo scudetto Giovanissi­mi e fu acquistato dal Torino. Visto come è andata a finire, meglio così.

IL PIÙ BELLO Tanti gol, ma qual è il più bello? Ci fidiamo delle parole del diretto interessat­o, anche se sono di un anno fa e nel frattempo Calaiò ha aggiunto altre otto perle al bottino. «Fu in Catania-Varese dell’8 novembre 2014», racconta Emanuele. Cercatelo su YouTube, vale la pena: cross di Martinho da sinistra e spettacola­re rovesciata di Calaiò nell’angolo alla destra del portiere. La stagione seguente, allo Spezia, ne realizzò uno simile contro il Novara, su traversone di Migliore, che gli valse il premio «Gol dell’anno» tra i tifosi spezzini. No, certe acrobazie non sono fortuna. Così come a cento gol non ci arrivi per caso.

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Emanuele Calaiò. 36 anni, attaccante del Parma GETTY

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