La Gazzetta dello Sport

Gattuso: «Noi avanti al 20%... ma ci proviamo»

●«Siamo pronti, però il problema è che ci sono gli avversari. Nel calcio la cosa più bella è cambiare la storia»

- Alessandra Gozzini Marco Pasotto INVIATI A LONDRA

Se ci si dovesse basare solo sulle percentual­i, sarebbe un tantino deprimente. Una l’ha data Gattuso dopo la vittoria di Marassi, indicando nel 30% la possibilit­à che stasera il suo Milan sbanchi l’Emirates. Ieri siamo scesi al 20%. L’altra invece si basa sul numero di volte in cui una squadra ha passato il turno in Europa dopo aver perso in casa 2-0 l’andata. Ed è un numero che inquieta: 2,3%. Se poi ci aggiungiam­o che l’Arsenal è sesto in Premier ma in casa è una macchina da guerra (secondo attacco del torneo e terza squadra per numero di punti), lo scenario è cupo. Wenger però, che è una vecchia volpe e contro il Milan ha combattuto più di una battaglia, non sempre a lieto fine, non si fida, anche perché conosce bene l’animo dell’allenatore avversario e quel che Rino può aggiungere nella testa e nelle gambe dei giocatori. D’altra parte, basta sentirlo parlare: «Se siamo pronti per questa sfida? Noi siamo nati pronti... – sorride Gattuso, e al suo posto sembra di vedere Seedorf – Il problema è che ci sono gli avversari, ma nel calcio non c’è cosa più bella che cambiare i pronostici e la storia. Proveremo a fare una partita diversa rispetto all’andata, anche perché quando non giochiamo compatti escono i tutti i difetti. Non abbiamo nulla da perdere quindi ci proviamo, è il nostro sogno, occorrerà la partita perfetta e nessun errore».

GIGIO E JESUS Abbiamo sentito discorsi motivazion­ali peggiori. Quando Gattuso parla di partita diversa si riferisce ovviamente all’atteggiame­nto, ma anche al sistema di gioco. Stasera molto probabilme­nte sarà 4-4-2, anche in base a quanto visto giovedì scorso. «C’è la consapevol­ezza che possiamo fare molto meglio rispetto all’andata. A San Siro abbiamo sbagliato approccio, partita, stavolta penso di averla preparata bene, assieme ai ragazzi. Certo, c’è un po’ di stanchezza ma abbiamo il dovere di provarci perché indossiamo una maglia importante». A dirla tutta anche la storia rema contro: in Europa, nelle doppie sfide a eliminazio­ne diretta, in sette occasioni solo una volta il Milan si è qualificat­o dopo aver perso in casa l’andata. Notte dei tempi: novembre 1955 contro il Saarbrücke­n, primo turno di Coppa Campioni, 3-4 al Meazza e 4-1 in Germania. Stasera per provare a bissare, oltre a fare gol, occorrerà anche non prenderne. E in molti si stanno chiedendo cosa sta passando per la testa di Donnarumma. Risponde Rino: «Nessuno lo manda via. Con lui parlo tutti i giorni, è uno dei pochi con cui bevo il caffè. Per l’età che ha bisogna fargli sentire la vicinanza e che lui è uno importante. Deve pensare solo a giocare, a stare lucido e concentrat­o, perché se pensa ad altro la cagata è dietro l’angolo». A proposito di Gigio, sentite cosa dice Suso, in conferenza stampa accanto a Gattuso: «Qui sono felice e penso al campo, ma c’è una clausola e se in estate arriva qualcuno coi soldi, dobbiamo vedere, nel calcio non si sa mai. Dovete chiedere a Mirabelli, così parla di un altro che non sia Donnarumma».

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LAPRESSE Gennaro Gattuso, 40 anni, allenatore del Milan

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