La famiglia olimpica riaccoglie la Russia Usa: il numero uno travolto da #meToo
●>evocata sospensione a Mosca Il presidente del comitato olimpico americano lascia dopo lo scandalo della ginnastica
Il Cio ha revocato ieri la sospensione dai Giochi olimpici per doping di Stato della Russia, esclusa come Paese politico e sportivo dalla rassegna di coreana di PyeongChang salvo ammettere 168 atleti, dichiarati «puliti» dai test antidoping, sotto la bandiera Olimpica e l’acronimo Oar (Olympic athletes from Russia). Sono stati i vertici dello sport di Mosca a pubblicizzare la notizia poi confermata dal Cio. «I diritti del Comitato Olimpico russo sono stati completamente reintegrati», ha dichiarato il presidente del Comitato Olimpico russo, Alexander Zhukov, sulla base di una lettera inviata dal Cio che rivela la non positività degli atleti nei due test effettuati a PyeongChang (in realtà il curler Krushelnytsky e la bobbista Sergeeva sono caduti nella rete dei controlli). Com’è noto la Russia è stata bandita il 5 dicembre scorso dalla partecipazione alle Olimpiadi 2018 in seguito a rivelazioni di doping diffuso. Il governo di Mosca ha sempre negato il coinvolgimento statale, ma Vitaly Mutko, oggi vice primo ministro, è stato radiato dal Cio.
RUSADA Il periodo successivo al bando «è stato probabilmente il più difficile della storia degli sport russi e del movimento olimpico in Russia», ha detto Zhukov, lodando gli atleti in per avere gareggiato «in condizioni difficili». «Siamo molto sollevati — ha aggiunto il vicepresidente del Comitato olimpico russo Stanislav Pozdnyakov —. Molto di ciò che abbiamo fatto negli ultimi tre mesi non sarà reso pubblico. Ma l’aspetto principale è che i nostri atleti hanno avuto l’opportunità di rappresentare il nostro Paese». Peraltro, il reintegro della Russia nella famiglia olimpica non spazza via i sospetti sulla sua agenzia antidoping nazionale Rusada e non sana i casi che hanno portato alla sospensione della Russia. Infatti la Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, ha dichiarato che il protocollo antidoping del Paese continua a essere non conforme a quello del Cio. Zhukov ha chiosato così tutta la vicenda: «Sfortunatamente la Rusada non ha ottenuto la piena riabilitazione, vuol dire che c’è ancora tanto lavoro da fare ma dobbiamo creare al più presto un sistema credibile per combattere il doping in Russia»
LOTTATORE POSITIVO Tutte le buone intenzioni di Zhukov si scontrano con un altro caso di doping che riguarda un atleta russo. Il lottatore Alexander Chehirkin è risultato positivo durante i Mondiali di Parigi dell’agosto 2017. In quella rassegna Chehirkin ha conquistato la medaglia d’argento nella lotta greco-romana (-75 kg), risultato annullato con la conseguente revoca della medaglia e la sospensione temporanea del lottatore le cui analisi hanno rivelato tracce di glucocorticoide somministratogli pochi giorni prima dell’inizio della competizione. Il suo avvocato ha rivelato che la International Wrestling Federation ha concordato di ridurre a 4 mesi la durata della sanzione contro Chehirkin, che si è esaurita il 28 gennaio. I glucocorticoidi sono farmaci nell’elenco delle sostanze vietate che richiedono l’autorizzazione se utilizzate in competizione. Sono particolarmente indicati per i loro effetti analgesici e anti-infiammatori.
NEGLI USA Intanto negli Usa Scott Blackmun, presidente del comitato olimpico degli Usa, si è dimesso ufficialmente per motivi di salute. L’uomo sarebbe stato travolto dallo scandalo #meToo, per come avrebbe gestito lo scandalo degli abusi sessuali nella ginnastic. Scandalo che ha spinto alcuni senatori americani a chiederne le dimissioni.