KALINIC VA K.O. GATTUSO CHIEDE I GOL A CUTRONE
●La pubalgia blocca il croato e il Milan con la Spal dà fiducia a Patrick. Per Silva probabile chance in coppa col Ludogorets
Lo volevano tutti. Ebbene: lo avranno. Quello che si poneva all’orizzonte come il classico testa a testa da smatassare soltanto in vigilia, è diventato una certezza: domani a Ferrara il Milan che sta provando a ridurre ulteriormente il ritardo dal quarto posto, si affiderà al veleno della sua tarantola di Paré. Per la gioia di grandi e piccini, verrebbe da dire, dal momento che Patrick Cutrone è assolutamente trasversale: piace a tutti. A cancellare i dubbi è stata la giornata di ieri, al termine della quale lo staff medico rossonero ha consegnato il consueto bollettino settimanale. Accanto ai soliti noti – Conti, Storari – è infatti (ri)comparso quello di Kalinic: «Non ha preso parte all’allenamento perché ha un’infiammazione alla regione adduttoria, particolarmente fastidiosa e dolente, quindi si è deciso insieme di curarlo. Valutiamo l’evoluzione nelle prossime ore».
CAUTELA I punti salienti di queste righe sono tre. Uno: un’infiammazione «particolarmente fastidiosa e dolente» induce ovviamente a ritenere che il croato domani non verrà convocato. Due: l’evoluzione nelle prossime ore è la classica formula che si usa in casi del genere, quando è complicato e potenzialmente fuorviante sbilanciarsi sui tempi di recupero. E questo si riallaccia alla diagnosi: infiammazione alla regione adduttoria. Ovvero lo stesso problema che lo aveva fermato a fine gennaio a poche ore dalla sfida contro la Lazio in campionato, e che lungo i giorni ha poi assunto il suo vero nome, passando da generico «problema muscolare» a
«inizio di pubalgia», come ha chiarito come al solito molto sinceramente Gattuso. La pubalgia è una brutta bestia, perché è infida: può risolversi in tempi brevi e poi ripresentarsi, ma può anche essere lunga e snervante. Di certo va curata con tutte le cautele e quindi è oggettivamente difficile dare dei tempi. Al momento l’obiettivo è riaverlo per la trasferta di Europa League in Bulgaria, ma chissà.
UNA OGNI TRE Di certo Gattuso va molto oltre i classici commenti da bar, dove nessuno è dispiaciuto per il ritorno in infermeria di Nikola e tutti si gustano il ritorno in campo dal primo minuto di Patrick. Per Rino in realtà questa è una tegola pesante perché Kalinic gli fa un tipo di lavoro (sporco) che solo lui garantisce, perché Cutrone è il ragazzo dei miracoli ma resta sempre un ventenne che non arriva a trenta presenze in prima squadra, perché Silva continua a restare un enorme punto di domanda e perché il Milan fino al 18 marzo – ultima partita prima dell’ultima sosta – è atteso da nove partite, che saliranno a undici in caso di qualificazione agli ottavi di Europa League. Dalla Spal al Chievo passeranno 37 giorni: significa una media di una partita ogni 3,3 giorni. PERFEZIONAMENTO Per Cutrone questo ovviamente è l’ultimo dei problemi, anzi. Tutti gli anni ci sono giocatori a cui la stagione svolta «grazie» alle disgrazie altrui. Nel caso di Patrick in realtà si tratterebbe solo di una conferma perché ciò che aveva da mostrare è già stato esibito. A partire dal numero complessivo di gol – dieci – che ne fanno il capocannoniere della squadra. Occorre quindi perfezionarsi. Nella gestione fisica delle partite, nell’approccio agli impegni in trasferta, nella ricerca dei compagni. Le ultime proiezioni di ieri davano lui in campo a Ferrara e Silva in Bulgaria, e ha certamente un senso: il tarantolismo di Patrick contro la difesa ruvida e arroc- cata di un avversario in lotta per non retrocedere, e l’esperienza internazionale e la facilità di palleggio in determinate situazioni di André in Europa. Raccontano che ultimamente Patrick iniziasse a friggere un po’ (troppo) a guardare i compagni dalla panchina: domani può sfogarsi.