La Gazzetta dello Sport

QUELLA VOGLIA DI TORNARE

Il tecnico tentato dal grande ritorno

- di CARLO LAUDISA

Il Barcellona ci dirà la verità (forse) sul futuro di Antonio Conte sulla scomodissi­ma (ormai) panchina del Chelsea. I rapporti sfilacciat­i con Roman Abramovich e il suo mondo da mesi ci consegnano un’immagine sbiadita del tecnico salentino che ha saputo conquistar­e la Premier con la disinvoltu­ra di pochi: Carlo Ancelotti e il suo grande rivale José Mourinho su tutti.

Il Barcellona ci dirà la verità (forse) sul futuro di Antonio Conte sulla scomodissi­ma (ormai) panchina del Chelsea. I rapporti sfilacciat­i con Roman Abramovich e il suo mondo da mesi ci consegnano un’immagine sbiadita del tecnico salentino che ha saputo conquistar­e la Premier con la disinvoltu­ra di pochi: Carlo Ancelotti e il suo grande rivale José Mourinho su tutti.

La fiducia a tempo emersa ieri regala friabili certezze e lascia interrogat­ivi a più facce. La voglia d’Italia è quasi un’ossessione per l’ultimo allenatore che ci ha fatto sognare con i colori azzurri. Il sanguigno Antonio non si è proprio calato nella parte dell’italiano di successo all’estero.

Lui tornerebbe volentieri nella sua terra, compresa Coverciano e dintorni, a dispetto di quel contratto con il club di Stamford Bridge sino al 2019: vale a dire un gruzzolett­o da 12 milioni netti per i prossimi 18 mesi. Quando la questione economica è così rilevante, i sentimenta­lismi passano fatalmente in secondo piano. Si spiega bene, allora, la secca frenata del leccese di qualche giorno fa in risposta alle battute del vice commissari­o Alessandro Costacurta, che lo aveva indicato esplicitam­ente come uno dei candidati alla succession­e di Gigi Di Biagio.

In realtà se Abramovich dopo il verdetto degli ottavi di Champions con i catalani (il 14 marzo) decidesse di voltare subito pagina, Conte si ritrovereb­be sul mercato, rendendo attuale la sua disponibil­ità per la Figc. Questo scenario va di pari passo con le vicende di Ancelotti e Roberto Mancini. Il primo è già libero di scegliere dopo la separazion­e con il Bayern Monaco, ma ha fatto chiarament­e intendere che preferisce aspettare una chiamata da una società di Premier League piuttosto che sposare la causa federale. Invece Mancini (legato ancora allo Zenit) è stato schietto nel dichiarars­i pronto a fare il c.t.: un’esperienza per cui si sente motivato.

Al commissari­o Roberto Fabbricini l’ardua scelta, ben sapendo che sia Conte che Mancini raccolgono molti consensi. Un po’ differente il mercato per questi due nostri allenatori di punta. Il marchigian­o non appare in lizza per un ritorno in Serie A, o quantomeno non si vedono all’orizzonte spasimanti di primaria importanza. Al contrario l’allenatore leccese è al centro di un bel po’ di indiscrezi­oni. Il Milan (non è un mistero) lo corteggia dalla scorsa primavera, ma non sono da escludere altre mete importanti tra le battistrad­a del nostro campionato. Soprattutt­o tra chi dovesse fallire la qualificaz­ione alla massima competizio­ne europea. Conte ha dimostrato alla Juve e al Chelsea che le grandi sfide lo attraggono, non ha paura di partire dal basso. E la sua voglia di osare tiene tutti sulle spine. Nel bene e nel male.

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