Recalcati, l’amara resa
●Il tecnico parla delle dimissioni a Torino: «Ho percepito nella squadra solo un’abitudine a cercare alibi e scaricare sugli altri responsabilità. Col club rapporti ottimi»
Charlie Recalcati lascia Torino a testa alta, pur con tanta amarezza nel cuore. All’ex c.t. della Nazionale sono bastate tre settimane per capire i problemi profondi della Fiat; e se Banchi se n’era andato per «diverse valutazioni sul prosieguo della stagione», Recalcati lascia la panchina per i problemi di una squadra che proprio non riesce a diventare gruppo vero. Le parole dell’ex coach gialloblù sono signorili eppure acuminate, e mettono nel mirino i giocatori. «Me ne sono andato perché non riuscivo a ricevere dalla squadra i messaggi che mi aspettavo; a quel punto rimanere sarebbe stato solo tempo perso e un procrastinare. L’esperienza mi permette di avere la sensibilità per capire che quei messaggi non c’erano, e quand’è così non restava che battere strade diverse. E mi sono sentito in dovere di fare in modo che la società ci provasse in un altro modo». ALIBI La sua è anche una provocazione che mette i giocatori spalle al muro: da stasera, contro San Pietroburgo, non avranno più giustificazioni né alibi. L’Auxilium si gioca molto più di una pur importante qualificazione europea: contro lo Zenit la Fiat non avrà alternative e dovrà cercare di giocare compatti per battere una squadra di qualità, tra l’altro con almeno dodici punti di scarto per accedere ai quarti di Eurocup. A dover rispondere con i fatti saranno soprattutto gli uomini di maggior esperienza e qualità, a partire da Vujacic e Patterson che resterà in dubbio fino all’ultimo: «Decideremo se schierarlo o meno soltanto stamattina dopo la rifinitura» ha detto ieri il debuttante coach Paolo Galbiati. Non ci sarà invece Recalcati che da gran signore quale è oggi vive un momento di frustrazione. «Che cosa imputo alla squadra? La squadra deve prendere coscienza e mettersi di fronte alle proprie responsabilità – risponde Charlie –. E invece in queste tre settimane ho percepito soltanto un’abitudine a cercare alibi e a scaricare sugli altri le proprie responsabilità. Il mio concetto di squadra è molto diverso». Certo, in carriera Recalcati ne ha viste tante, «ma ogni situazione fa storia a sé. E allora parliamo della Fiat: in squadra ho trovato un diffuso egoismo che non permette di aprire la mente e di capire che ci si deve sacrificare per il gruppo». Ossia l’opposto di un gruppo forte, granitico e vincente visto CIAM che «tralasciando l’aspetto tecnico, io sono convinto che sia la capacità di fare gruppo che permette di superare le carenze tecniche. Gli americani? Credo sia sbagliato distinguere fra buoni e cattivi: nessuno deve sentirsi salvato dalle mie parole. Ne ho parlato con Poeta e Mazzola che mi hanno chiamato per chiedermi cosa devono fare di più. Io ho risposto che devono sollecitare la squadra a capire perché un allenatore se ne va». Un discorso a parte lo meritano Paolo Galbiati e Stefano Comazzi, fino a domenica i suoi vice che adesso ereditano ruolo, onori e soprattutto oneri: «Lascio loro una bella patata bollente, ma devono sentirsi confortati dal fatto di conoscere benissimo tutte le dinamiche interne allo spogliatoio visto che lo vivono fin dallo scorso agosto. E poi non hanno nulla da perdere».
MERCATO L’ultimo capitolo è rivolto alla società, e qui i toni cambiano completamente: «La proprietà, la famiglia Forni non mi ha mai fatto alcuna pressione. I rapporti sono stati ottimi, non c’è stata alcuna intromissione né prevaricazione. Con Francesco Forni abbiamo parlato spesso di mercato ma non mi è stato imposto nulla, né quando si parlava del lungo, né quando è emersa la necessità di una ‘combo’. Non c’è mai stato nulla da eccepire: non so come siano andate le cose prima di me, ma in questi venti giorni è stato così». E a proposito di mercato è in arrivo l’ala congolese dal passaporto francese Nobel BoungouColo (2,02m, 29 anni, proveniente dal Real Betis, in Spagna) e si sussurra anche Pelle da Varese. Ultima domanda: ma se tornasse indietro di venti giorni accetterebbe di nuovo? «Me lo sono chiesto anche io. Era una cosa non programmata, ho dato una risposta immediata. Forse adesso ci rifletterei un po’ di più».
LUI E COMAZZI CONOSCONO TUTTE LE DINAMICHE INTERNE
RECALCATI SUL NEO COACH GALBIATI
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IL NUMERO
Gli anni di presidenza di Antonio Forni, che nel 2012 arrivò da numero uno di Biella DEVE FAR CAPIRE ALLA SQUADRA PERCHÈ UN COACH SE NE VA
RECALCATI SUL CAPITANO POETA ABBIAMO PARLATO DI MERCATO MA NON MI HA MAI IMPOSTO NULLA
RECALCATI SU FRANCESCO FORNI
20
IL NUMERO
I punti in classifica di Torino che con 10 vittorie e 8 k.o. la posizionano al 5° posto