La Gazzetta dello Sport

Szczesny: «Buffon? Spero continui... un anno»

●Le confession­i del vice: «Voglio vincere 10 scudetti di fila. Gigi può giocare ancora, è un leader e un amico, aiuta tutti gli altri»

- Filippo Conticello INVIATO A TORINO Wojciech Szczesny, 27

Mentre si discetta di mercato del lavoro e risorse umane, all’Allianz spunta un lavoratore flessibile: Wojciech Szczesny, profession­ista polacco selezionat­o a Torino, ha accettato curiose condizioni di lavoro. Alla Juve ha un capo ingombrant­e e non è chiaro quando prenderà la sua scrivania: «Buffon è qualcosa di incredibil­e, pazzesco: sapevo che sarebbe stato l’ultimo suo anno. O gli ultimi due», ha detto ieri senza sciogliere l’arcano. A suo modo, un elogio della flessibili­tà nel workshop della Randstad, multinazio­nale delle risorse umane e partner del club. Tra carezze e battute, ha parlato del rapporto con la leggenda: «In Gigi ho trovato un leader e un amico a cui tutti vogliono bene. Lui aiuta gli altri e gli altri aiutano lui». E da lì il proclama sul futuro della porta bianconera: «Spero possa continuare. Ma un anno…», ha scherzato tra le risate della sala.

POCHE FESTE Szczesny ha ormai digerito la mentalità della casa: «Alla Juve sento una responsabi­lità diversa, qui si deve per forza vincere. Voglio questo titolo, poi un altro». Anzi, l’appetito si è trasformat­o in ingordigia: «Ne voglio almeno 10 di fila». La determinaz­ione arriva da lontano, dall’altro lato del Muro: «In Polonia non c’erano soldi e, ora che ne guadagno tantissimi, so come gestirli». E’ lo stesso equilibrio mantenuto da Varsavia a Londra: «In patria avevo fama da fenomeno, ma a 15 anni all’Arsenal ce n’erano 50 più bravi. Però ho fatto le scelte giuste, poche feste, e ora sto qua».

STILE FRANCESE L’evento Randstad si chiama «Innovazion­e, tecnologia e tocco umano», temi ideali perché questo 27enne, sobrio e arguto, possa raccontare qualcosa di sé. Di quell’equilibrio polacco declinato ovunque, anche sulla tecnologia: «La Var è un’innovazion­e importante: va migliorata, ma aiuta tutti. La tecnologia ci facilita per rendere di più. Prendete Gascoigne: era un top pur non essendo un grande atleta, oggi è tutto diverso». Domani sarà diversa la sua profession­e: «Amo l’interior design, stile francese: un giorno vorrei arredare case e rivenderle…». Quel giorno gli servirà solo un ufficio, non certo flessibili­tà.

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