Costacurta pensa al c.t. Mancini in pole, poi Conte
●Da ricostruire l’immagine della Nazionale dopo il Mondiale mancato L’ex milanista al lavoro per la scelta: in lizza pure Ancelotti e Ranieri
«Via ai colloqui – annuncia il sub commissario Costacurta –, mettiamoci subito al lavoro». Il rischio, quando le nuove gestioni si insediano, animate da buone intenzioni e voglia di mettersi in mostra, è di farsi prendere la mano. La scelta del nuovo commissario tecnico, invece, richiede tempo e, soprattutto, riflessioni. Benché la lista dei candidati sia ristretta ad un piccolo gruppo di big – «Gli allenatori italiani sono i migliori al mondo, come gli chef e i ricercatori», ricorda Costacurta –, vanno ponderate tante cose e sotto tutti i punti di vista: umano, tecnico, economico. Oltretutto, non c’è fretta. Elemento, questo, che aumenta il potere contrattuale della Figc: potrà trattare con chiunque senza farsi prendere per il collo. Nei prossimi sette mesi, l’Italia ha in programma solo tre amichevoli, contro Inghilterra (23 marzo), Argentina (27) e Francia (1° giugno). Importanti per riacquistare popolarità, più che per il risultato. Il primo impegno vero è il 7 settembre, contro la Polonia, esordio della Nations League. Dunque, almeno fino alla tarda primavera c’è il tempo di valutare, soppesare, scegliere bene. Fino ad allora la Nazionale dovrebbe essere affidata a Gigi Di Biagio, c.t. dell’Under 21 promosso a traghettatore. «Credo di sì – conferma Costacurta –, ai miei occhi è un grande allenatore. Sono stato in Polonia a seguirlo, ha fatto scelte illuminanti». Di Biagio, poi, è l’unico nei ranghi federali con le conoscenze e il curriculum per assumersi, seppure temporaneamente, un impegno tanto grande.
E POI? «Il ct? I nomi sono quelli già sentiti, persone che hanno condiviso con me partite in Nazionale, anche quella militare. Come Mancini, tanto per fare uno dei nomi papabili». Se ha ragione Costacurta
– che sceglierà insieme al commissario Fabbricini, al direttore generale Michele Uva, ottenuto, ovviamente, il benestare di Malagò –, la rosa molto ristretta al momento comprende Roberto Mancini, Antonio Conte, Carlo Ancelotti e Claudio Ranieri. Citati in ordine di probabilità, specificando che in questa fase le previsioni per la panchina azzurra sono come quelle del meteo a 15 giorni, cioè con attendibilità molto bassa.
PRO E CONTRO Motivo per cui va presa con le pinze anche la segnalazione di Roberto Mancini al Circolo canottieri Aniene, cioè a casa Malagò, ieri a pranzo. I due si sono incrociati, ma non per questo il tecnico dello Zenit oggi è forse il candidato più forte per la panchina azzurra. Mancini è un frequentatore dell’Aniene e, in generale, dei circoli romani. Per status, profilo e immagine, è espressione di quel mondo. Quando giocava, ogni tanto con Costacurta erano scintille, ma da allora è passata parecchia acqua sotto i ponti. Nei primi contatti, stabiliti già nell’immediato postSvezia, ha mostrato subito entusiasmo e disponibilità: questo è il suo valore aggiunto, per ora. Adesso anche Antonio Conte tornerebbe con entusiasmo. Il suo rapporto con il Chelsea sembra sul punto di rompersi. Se venisse licenziato, il club londinese gli dovrebbe subito una penale che, di fatto, lo libererebbe per la Nazionale. Si è già seduto sulla panchina azzurra, con successo. Ieri Costacurta ha riconosciuto che all’Europeo fece un «miracolo sportivo». È un grande motivatore, ma non ha un carattere facile, ed è molto esigente. Lo sarebbe anche Carlo Ancelotti, magari con qualche spigolosità in meno. Non lo ammetterà mai, ma dovrebbe essere il preferito del presidente del Coni. Sono coetanei e si frequentano da quando Carlo era un centrocampista della Roma e Giovanni il figlio del vice presidente Vincenzo Malagò. Ma il presidente del Coni è pure un grande estimatore di Claudio Ranieri, che sta facendo bene pure a Nantes. Ai suoi occhi, non ha nulla da invidiare agli altri.
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IL NUMERO
Le squadre di club allenate da Mancini: Fiorentina, Lazio, Inter, Man. City, Galatasaray e Zenit