Alle Iene l’inizio della resa Ora la svolta è possibile
Tv Tavecchio crolla: «Non dormo da quattro giorni». Adesso il Consiglio potrebbe decadere: domani atteso confronto con la Lnd
La «debacle è tecnica», dice Carlo Tavecchio all’inviato de Le Iene fatto incautamente entrare in auto che gli chiede conto del fallimento Mondiale. «Ventura ha avuto carta bianca, dal punto di vista tecnico la responsabilità è sua. Ha sbagliato». Ma il cedimento è innanzitutto umano, e, purtroppo per lui, è il suo. Gli occhi lucidi, la voce impastata, Tavecchio sembra sul punto di piangere. «Sono quattro giorni che non dormo...».
CONTE? FUOCO Dal fischio finale di Italia-Svezia, il Paese intero gli chiede spiegazioni. Tavecchio sceglie Le Iene per raccontare la sua versione, condita di qualche retroscena sulla scelta di Ventura – «Le dico una cosa che non ho detto mai: la mia prima scelta era Donadoni» – e un giochino, forse inopportuno, sul prossimo c.t., da cui traspare chiaramente quale sarebbe la sua prima scelta: «Allegri? Fuocherello. Mancini? Fuocherello. Conte? L’ha chiamato Conte? No, però fuoco». Peccato che tutti quanti, ma il tecnico del Chelsea in particolare, abbiano clausole di rescissione dai rispettivi club salatissime, e quindi «vedremo a giugno chi sarà libero, perché non credo – riconosce il presidente – ci sia gente in giro che abbia voglia di pagare milioni per lasciare».
EFFETTO DOMINO Tempi lunghi, dunque. Ma il rischio è che Tavecchio non ci arrivi. Il video de Le Iene sembra, almeno per l’immagine che il presidente federale dà di sé, l’inizio della fine. E politicamente, lo strappo annunciato da Gravina potrebbe causare un effetto domino. Cosimo Sibilia, a questo punto l’unico puntello della maggioranza, mercoledì aveva respinto l’ipotesi di scendere in campo già ora per la successione, ma contestualmente aveva condiviso con Tavecchio la necessità di trovare un consenso più ampio in Consiglio, in modo da avere la forza di andare avanti senza tirare a campare. Domani mattina si confronterà con il Direttivo della Lnd, che potrebbe non essere così compatto sul sostegno a Tavecchio. Senza considerare che con le dimissioni dei sette membri di Assocalciatori (4) e Lega Pro (3), unite alle assenze dei tre rappresentanti di A e alla presenza di quello della B (il Commissario Balata) solo come uditore, verrebbero a mancare 11 su 21 aventi diritto di voto, più della metà. Una condizione per cui il Consiglio federale potrebbe decadere. Nella migliore delle ipotesi, comunque, Tavecchio avrebbe solo la maggioranza semplice, insufficiente ad approvare certi provvedimenti che ne richiedono una allargata.
QUALE FORZA? Ma l’interrogativo è innanzitutto politico: se la maggioranza si rivelasse tanto risicata, con quale credibilità Tavecchio annuncerebbe all’Italia