La Gazzetta dello Sport

«Inter tosta, ma doveva osare di più»

1Bianchi: «I nerazzurri hanno fatto catenaccio». Muraro: «Però il Napoli a secco per la prima volta»

- Andrea Schianchi

Adrenalina altissima, l’istante è decisivo: ci si gioca il primato. Attimi bollenti non soltanto al San Paolo, ma anche nella sala riunioni della Gazzetta. Ottavio Bianchi si accomoda sulla panchina del Napoli, Carletto Muraro su quella dell’Inter. La saggezza e la strategia di un allenatore che, in carriera, ha attraversa­to venti e tempeste per arrivare alla gloria, e poi la velocità e la furbizia di un attaccante che aspetta il momento opportuno per piazzare lo scatto vincente.

ORDINE Luci su Napoli-Inter: si parte e il pallone ce l’hanno i ragazzi di Sarri. «Possibile che l’Inter non capisca che deve lasciare liberi Albiol e Koulibaly e bloccare gli altri?» fa Bianchi. «Dev’essere un ordine di Spalletti: i nerazzurri non pressano, lasciano l’iniziativa agli avversari» replica Muraro. «D’accordo, - aggiunge Bianchi - ma in questi casi, quando recuperi la palla, devi tentare anche di giocare lungo sperando di raccoglier­e la ribattuta. Solo che adesso non è elegante fare “palla lunga e pedalare”...». Il Napoli ricama, l’Inter aspetta. «La squadra di Sarri si muove compatta, non ce n’è uno fermo. Davvero bravi» dice Bianchi e sembra quasi che inviti il Napoli ad accelerare. «A questi ritmi l’Inter fatica». Il possessopa­lla, alla fine, spiega che il Napoli ha tenuto il dominio: 62,3 per cento contro il 37,7 dell’Inter. «Ma Borja Valero sta giocando?» domanda malizioso Muraro. «Io lo arretrerei davanti alla difesa, in modo da liberare Vecino e Gagliardin­i che hanno energie per arrivare dall’altra parte».

ZONA O UOMO? Ecco il solito disegno del Napoli, sulla fascia sinistra, e poi il traversone dall’altra parte. «Perché i difensori non fanno i difensori?» si dispera Bianchi. «Guardano il pallone e non l’avversario. Dicono che difendono la zona, ma in realtà questo significa marcare l’aria... Per difendere, lo dicevo sempre ai miei ragazzi, bisogna andare avanti e non indietro». Handanovic salva con il piede e Bianchi fa: «Sembrava il mio Garella, ve lo ricordate?». Come no? Quante parate con i piedi, con il corpo, con tutto fuorché con le mani. «Comunque l’Inter fa catenaccio, sia ben chiaro» sentenzia Bianchi, e qui si chiude il primo tempo e si apre un intervallo di ricordi e aneddoti. Come quella volta che il mister fece arrabbiare Maradona (badate, non il contrario). «Già, eravamo negli spogliatoi a San Siro. Diego prende un limone e comincia a palleggiar­e. Ne fa una trentina, di tocchi. Io gli dico: “Queste sono cose da circo, non servono a niente”. Lui mi fa: “Provi lei”. Prendo il limone e comincio. Uno, due, tre, dieci, quindici, venti, trenta, trentacinq­ue... Ho vinto io e Diego non mi ha mai perdonato. Ogni volta mi chiedeva la rivincita e io non gliela concedevo». Muraro sorride: «Certo che adesso per gli attaccanti è una pacchia. Hanno sempre il tempo di stoppare il pallone, ai nostri tempi avevamo subito l’uomo addosso».

CAMBI Si riparte e il Napoli boccheggia. «Sono stanchi, si vede - annuncia Bianchi - Dopo le sfide contro la Roma e contro il City è normale. Adesso l’Inter ha più spazi». «Proprio così, ma bisogna togliere Borja Valer e mettere Eder interviene Muraro - Sennò non si è mai pericolosi». «Pensa, Carletto, se Icardi giocasse nel Napoli, quante occasioni avrebbe? Un’infinità. Ma io dico: avete un centravant­i che è un animale da gol e non gli fate arrivare neanche un pallone? A me pare uno spreco». Candreva recupera vicino alla propria area e poi si spolmona per ribaltare l’azione. «Si fa fatica a giocare in questo modo - dice Muraro - L’Inter è troppo bassa». «Una volta il grande Ernst Happel mi disse che, se in una squadra gli attaccanti si abbassavan­o sotto la linea dei centrocamp­isti, quella non era una grande squadra. Gli attaccanti devono stare là davanti, sennò sprecano energie» spiega Bianchi. «Nell’Inter tutti partecipan­o alla fase di nonpossess­o - aggiunge Muraro Solo che non fanno pressing, si limitano a intasare gli spazi». Qualche sostituzio­ne, un contropied­e nerazzurro, una galoppata sulla destra. «Il Napoli è cotto - si allarma Bianchi Guardate che giocare le coppe è problemati­co, non c’è tempo per recuperare, non si riassorbe neanche una botta. E comunque il pareggio va bene a Sarri e pure a Spalletti. Nel secondo tempo mi aspettavo qualcosa di più dall’Inter, sono sincero: un gioco più propositiv­o, come si dice oggi». «Hai ragione, mister. Ma il Napoli, in questa stagione, aveva sempre segnato e contro l’Inter non ci è riuscito. E’ un buon risultato». «Già - chiude Bianchi -, e in Italia si vince se non prendi pochi gol, mica se ne fai tanti».

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FOTOSERVIZ­IO BOZZANI Ottavio Bianchi, 74 anni, e Carletto Muraro, 62 anni, nella redazione della Gazzetta dello Sport assieme ai nostri giornalist­i
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 ??  ?? «L’INTER DEVE FAR GIOCARE ALBIOL E KOULIBALY. COSA POSSONO FARE?» OTTAVIO BIANCHI EX ALLENATORE NAPOLI
«L’INTER DEVE FAR GIOCARE ALBIOL E KOULIBALY. COSA POSSONO FARE?» OTTAVIO BIANCHI EX ALLENATORE NAPOLI
 ??  ?? «I NERAZZURRI NON FANNO PRESSING. OCCUPANO GLI SPAZI» CARLO MURARO EX ATTACCANTE INTER
«I NERAZZURRI NON FANNO PRESSING. OCCUPANO GLI SPAZI» CARLO MURARO EX ATTACCANTE INTER
 ??  ?? 10 MAGGIO 1987 La prima della Gazzetta che celebra il primo storico scudetto del Napoli, con Ottavio Bianchi in panchina
10 MAGGIO 1987 La prima della Gazzetta che celebra il primo storico scudetto del Napoli, con Ottavio Bianchi in panchina
 ??  ?? 10 FEBBRAIO 1980 La pagina della Gazzetta che celebra Carletto Muraro, autore di una doppietta in Napoli-Inter 3-4
10 FEBBRAIO 1980 La pagina della Gazzetta che celebra Carletto Muraro, autore di una doppietta in Napoli-Inter 3-4

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