La Gazzetta dello Sport

Tardozzi vota Dovizioso «Strepitoso a Motegi e Marquez ora lo teme»

Il team manager Ducati: «La determinaz­ione all’ultimo giro ha stupito pure me. Se servirà un aiuto, Lorenzo lo darà senza che glielo si chieda»

- Paolo Ianieri INVIATO A PHILLIP ISLAND (AUS)

Un pilota è per sempre. Anche a distanza di anni. «Scendere dalla moto è la cosa più difficile. Non sei mai un ex, l’attitudine mentale ti rimane incollata addosso. Però, quando passi dall’altra parte, ti fa capire i piloti e ti permette di dar loro tutto quello che serve. Ma non tutto quello che chiedono». Davide Tardozzi, 58 anni, vincitore con la Bimota della prima gara del Mondiale Superbike a Donington 1988, pilota dentro non ha mai smesso di esserlo, anche oggi che da team manager Ducati dirige Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo.

Tardozzi, non ce la fa a vivere il GP in maniera distaccata.

«Impossibil­e. Io soffro fisicament­e la gara, come se fossi in moto con loro».

E quindi dopo Motegi cosa dice?

«Mi rendo conto della straordina­ria forza, del talento, della capacità di Marquez. Per questo sono ancora più orgoglioso di Dovizioso. In gennaio dissi che avrebbe fatto la sua miglior stagione: aveva mostrato un atteggiame­nto diverso nelle ultime 4 gare del 2016, nel team ce n’eravamo accorti. In più, l’arrivo di Lorenzo è stato un ulteriore stimolo. Ma è partito tutto da lui, è Andrea l’anima del grande cambiament­o. Perché Dovizioso è sempre stato un pilota molto veloce, solo che spesso non ci ha creduto».

Domenica è stata la sua vittoria più bella?

«Motegi è stata una gara tra due piloti straordina­ri in condizioni difficilis­sime. La loro velocità è stata mostruosa. Una gara bagnata di solito si trascina fino alla fine, invece ne è venuto fuori qualcosa di epico. Credo sia stato palese anche per un neofita di quanto andassero forti Dovi e Marquez».

Si aspettava quella gara da parte di Andrea?

«Ero convinto che ci saremmo giocati il podio con entrambi i piloti ed ero certo che Dovi ci sarebbe salito. Lui in quelle condizioni è fortissimo. Ma la determinaz­ione dell’ultimo giro ha sorpreso anche me».

E pensa abbia sorpreso anche Marquez?

«Penso di sì. Credo che da domenica abbia ancora più rispetto di Andrea. Ora è quello verso il campione che ti può battere. E Marquez a questo punto dovrà capire come gestirlo».

Altro continente, altra pista. Phillip Island è casa Marquez.

«Vero. Però… Sappiamo quale sia la storia nostra e di Dovi qui, su una pista dove Marc e la Honda sono particolar­mente veloci, ma è nostro dovere crederci. Qui un anno fa Dovi ha fatto 4O , il suo miglior risultato, e per la prima volta nel weekend non gli ho mai sentito dire che la pista gli faceva schifo. La Ducati qui ha sempre sofferto il vento, ma come tracciato non è male, ricordiamo­ci Iannone nel 2015, o Crutchlow l’anno prima quando cadde all’ultimo giro da 2o».

È una gara decisiva?

«No. La gara decisiva è Valencia, 11 punti sono pochi, un errore, un colpo di sfortuna, come a Marc con la rottura di Silverston­e, o con Andrea buttato giù da Espargaro in Argentina, possono succedere».

Si parla di aiuto di Lorenzo a Dovizioso. Ma in tutta la stagione Jorge non è mai finito davanti a Marquez.

«Vero anche questo. Però Jorge sta migliorand­o anche se da fuori forse non lo percepite».

La Ducati ha superato la Yamaha nel costruttor­i.

«È un gran risultato, ma conta come si finisce il campionato. Credo che sulle prossime tre piste la Yamaha non avrà problemi. Mi sta stupendo in negativo, ma ritorneran­no presto».

Che a Iwata manchi il collaudato­re Lorenzo?

«Per quanto sottovalut­ato, Jorge ha dato un grosso contributo alla crescita della Yamaha. Le cose che ha fatto e detto con noi sono sempre state sensate e ci hanno aiutato. Perché non avrebbe dovuto farlo anche in Yamaha?».

Ducati rinegozier­à il contratto con Dovizioso?

«Un contratto lo firmi in certe situazioni e per me ha un valore. Gli adeguament­i che vedo nel calcio sono assurdi».

E cosa succederà in ottica 2019?

«Andrea va forte, Lorenzo cresce, perché cambiare? Anche se non possiamo ancora sapere di eventuali offerte che riceverann­o».

Dopo l’Australia arriva la Malesia.

«E anche lì punteremo a guadagnare punti su Marquez. Potrebbe aiutarci anche Petrucci, ma continuo a pensare che Jorge farà la gara che nessuno si aspetta. E poi, se servirà… lui è un pilota aziendale più di quanto la gente pensi. Aiutare Dovizioso vorrebbe dire aiutare Ducati, e prenderà la decisione da solo. Se lo dico, è perché ne ho la certezza».

ORGOGLIOSO DEL DUELLO DI DOVI, VISTO IL TALENTO E LA FORZA DI MARC ADEGUAMENT­O DI STIPENDIO? NO MA L’IDEA È TENERE LUI E JORGE NEL 2019

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy