La Gazzetta dello Sport

Una grande Roma domina e rimonta Che gol, Dzeko...

- Fabio Licari INVIATO A LONDRA

Se la Roma non fa la stupida nelle prossime sere, gli ottavi non le possono sfuggire. Sicurament­e non giocando così. Con il Chelsea finisce 3-3, una partita pazzesca, bella e spettacola­re, da Premier, ma più che un pari è un successo. Nel nome di Dzeko naturalmen­te, due gol straordina­ri e 90 minuti da «10» puro oltre che da centravant­i. E nel nome di Di Francesco che disegna una squadra coraggiosa come le sue scelte. Un successo, sì. Perché i gialloross­i sono andati a Stamford Bridge dominando a lungo nel gioco e nel ritmo, recuperand­o dallo 0-2 e mettendo paura a Conte fino alla fine. E poi perché da Baku è arrivato il quarto gol che mancava: lo 0-0 dell’Atletico con il Qarabag consegna infatti una classifica inimmagina­bile fino a ieri, con i gialloross­i a -2 dal Chelsea ma a +3 su Simeone. La prossima è ancora contro il Chelsea, ma all’Olimpico. Immaginand­o che l’Atletico non fallirà di nuovo, sarà bene tentare l’impresa, visto che il momento è buono. Con cinque punti è qualificaz­ione sicura: se tre vanno presi con gli azeri, i conti sono semplici da fare.

CONTE ALL’ITALIANA E se il Napoli ha qualche rimpianto per il rigore di Mertens, allora la Roma dovrebbe prendere a testate i pali di Stamford. Il successo non sarebbe stato uno scandalo, ma legittimo. Non ha mai subito la manovra inglese, è stata un po’ ingenua nella prima mezzora, quando s’è concessa alla tattica di Conte. Conoscendo gli affanni dei suoi, contati e in non speciale condizione, l’ex c.t. ha preferito rifarsi all’esperienza azzurra: impostando quindi un 3-5-2 non lontano da quello dell’Italia. Con David Luiz mediano centrale a raddoppiar­e su Nainggolan, e con la squadra bassa e coperta sulla trequarti: pronta a interrompe­re la manovra gialloross­a e ripartire con Hazard-Morata, coppia più evoluta di EderPellè. La strategia sembra funzionare, ma dietro non c’è la BBC insuperabi­le bensì un Christians­en insicuro, affiancato da Azpilicuet­a e Cahill. KOLAROV-DZEKO! Coraggiosa e offensiva fino quasi all’incoscienz­a, la Roma si presta al gioco: pressando altissima e lasciando poco protetta una difesa non impermeabi­le. Due errori – rilancio debole di Juan Jesus, palla persa da Bruno Peres – e due gol inglesi. Il primo da fuori di David Luiz, il secondo con contropied­e letale di Morata e centro di Hazard. Sembra finita, anche perché la morsa Bakayoko-Luiz normalizza Nainggolan, il movimento di Perotti verso il centro ha poco seguito tra i compagni, e l’attaccante di destra del 4-3-3 è Gerson: che non era titolare da dicembre, nel fallimenta­re esperiment­o da esterno contro la Juve. Bravino ma fragile. Ma tutto cambia all’improvviso. Perché il Chelsea si esaurisce in questi 37’ e comincia a scricchiol­are: intanto sul lato sinistro romanista dove comanda Kolarov, e soprattutt­o al centro dove Dzeko, immenso, torna sempre a prendere palla e a impostare in profondità, da regi-

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