La Gazzetta dello Sport

La ricarica bianconera vola più alto degli incubi In Champions ha il 4x4

Poker di gol dell’attaccante nelle ultime quattro partite in Europa. E Buffon alla fine lo porta in trionfo davanti ai tifosi

- Alessandra Bocci INVIATA A TORINO

Quest’uomo qui va ringraziat­o sempre. Sembra che voglia dire questo Gigi Buffon quando a fine partita solleva le braccia al cielo, poi abbraccia Chiellini, quindi con il compagno di difesa va a braccare Mario Mandzukic e poi a dargli buffetti in testa e ancora a stritolarl­o affettuosa­mente indicando a tutta la curva il croato. E dal muro bianco e nero che li sovrasta arriva un boato, perché a volte anche la sofferenza fa spettacolo. Soprattutt­o se alla fine c’è qualcuno che ti porta su mentre ti senti già a terra. Dove c’è Mario c’è battaglia, ma ci sono anche gol e gesti tecnici perfetti, tipo il colpo di testa che ha liberato la Juve da un incubo. La minicrisi, definizion­e che ad Allegri non garba, ma che accompagna­va la sua squadra come un alone fosforesce­nte, per ora è scacciata. Grazie a Mandzukic, unico giocatore della Juve capace in questo strano scorcio di stagione di segnare in 2 gare europee, la gerarchia del girone resta quella che si supponeva al momento del sorteggio. La fatica, la paura di un risultato imperfetto, i 13 corner battuti (contro gli zero dello Sporting), le folate in avanti quasi mai lucide sono dimenticat­e. Tre punti in cassaforte per ora possono bastare.

UOMO OVUNQUE Sono quattro le reti segnate dal croato in stagione, un numero minimo forse, che però lievita se quei gol vengono pesati. Con la Fiorentina è stato Mandzukic a dare la scossa alla Juve, con l’Olympiacos è stato ancora lui a chiudere i conti. Dato per stanco e mezzo azzoppato in nazionale, Mandzukic la settimana scorsa ha dato una mano alla Croazia a qualificar­si al Mondiale rimanendo in campo fino alla fine, e si può immaginare il sospiro di sollievo tirato dai suoi compagni di club quando hanno capito che non lo avrebbero incrociato nei playoff. Perché la vecchia guardia juventina sa bene quanto sia pericoloso Mandzukic, non soltanto per la sua fisicità: la personalit­à e il carattere hanno messo kappaò tanti difensori prima del tenero Silva che era entrato da poco al posto di Coentrao. Un lampo di Douglas Costa al primo pallone toccato, ed ecco Mandzukic volare sopra le teste dei portoghesi, lasciare Mathieu desolato davanti alla porta, costringer­e Rui Patricio a raccoglier­e il pallone nella sua rete quando forse tutti pensavano di poter uscire dallo Stadium imbattuti. E alla fine, mentre gli juventini lisciano i capelli dritti di Mandzukic, Jorge Jesus rimane a fissare nel vuoto. Era riuscito a eliminare la Juve di Conte dall’Europa League e ha ancora la chance di battere i vicecampio­ni d’Europa a Lisbona fra due settimane, ma il volo di Mandzu lascia più di una traccia sulla pelle dello Sporting. Dopo la sconfitta con la Lazio ci sono state polemiche sul suo utilizzo, la posizione, la fatica alla quale si sottopone a ogni gara. Allegri non se ne priva neppure quando sembra non respiri più, ma poi, sarà vero che è in debito d’ossigeno, sarà vero che la sente, quella fatica? Nota statistica a margine: il croato ha segnato per la quarta volta nelle ultime 4 partite di Champions, è la sua striscia più lunga. Mandzukic si ricarica e ricarica la Juve, altro che fatica.

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Mario Mandzukic, 31 anni
LAPRESSE PALLE RECUPERATE 6 Mario Mandzukic, 31 anni

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