Shevchenko ci riprova Conto aperto con i croati
C.t. dell’Ucraina da giocatore perse il playoff con i rivali di oggi Mandzukic è costretto a vincere e un infortunio lo fa soffrire
Ci sono incroci difficili da dimenticare anche per uno che ha giocato centinaia di partite, molte importanti, prima di diventare c.t. Andriy Shevchenko era ancora un teenager quando ha esordito con la nazionale ucraina, proprio a Zagabria contro la Croazia. Risultato? 4-0 per i padroni di casa. Poi ha vissuto il suo primo playoff per il Mondiale, nel 1997, contro i croati. Risultato? Gol di Shevchenko nella gara di ritorno a Kiev, ma pareggio finale, inutile dopo il 2-0 all’andata. A 41 anni compiuti da poco, Sheva è pronto a prendersi la rivincita, anche se sa che non sarà facile: uno dei totem della Croazia, Mario Mandzukic, è ferito ma pronto a combattere, e il ragionatore della squadra, Luka Modric, ha parlottato a lungo ieri con il nuovo c.t. Dalic prima della seduta di allenamento nel bellissimo Olimpiyskyi di Kiev, immensamente vuoto e comunque giallo e blu, con i seggiolini bagnati di pioggia pronti ad accogliere la folla di oggi. Il centro della città verrà chiuso, ci si aspetta grande traffico. C’è una nazione intera con tutti i suoi problemi e le sue contraddizioni in marcia verso lo stadio che a maggio ospiterà la finale di Champions League.
DOPING E ALTRE STORIE Attesa ucraina dunque, ma anche orgoglio croato, e il guerriero più orgoglioso di tutti è l’attaccante juventino che non vuol mollare la presa del Mondiale. Ieri l’ex capitano Srna, difensore dello Shakhtar, uno dei croati che da anni giocano in Ucraina, è andato a trovare i compagni di nazionale. Si è autosospeso per una storia di integratori proibiti, ma Shevchenko non affonda la lama: «E’ un grande professionista e mi auguro che risolva presto questa faccenda». L’ex idolo milanista nel frattempo ha recuperato Rakitskiy («è pronto a darci una mano») e aspetta tranquillo un’altra delle mille gare decisive che ha vissuto. Dopo tante battaglie fra Champions, Europei e Mondiali, l’emotività resta sotto controllo facilmente, un po’ come era sotto controllo prima di tirare il famoso rigore a Manchester contro la Juve. «Se sono soddisfatto del lavoro di questo periodo? Chiedetemelo dopo la partita».
AUTODIDATTA E’ distaccato Shevchenko, è infuocato, come da carattere, Mandzukic, è emozionato forse Zlatko Dalic, finito improvvisamente sotto i riflettori. Il nuovo c.t. croato confessa candidamente di aver studiato tutta l’Ucraina del calcio in due giorni e ha fatto da sé, senza farsi influenzare da nessuno. Vorrebbe cambiare, ma sa che non può e probabilmente cercherà un equilibrio fra quello che vorrebbe fare e quello che si può realizzare in poche ore. «Giochiamo per vincere, ma lo farà anche la Croazia», sentenzia Shevchenko. Vero, perchè i croati sono già ora all’ultimo posto tra le seconde e quindi devono vincere. Ma non ci sono soltanto i calcoli nella vita, e soprattutto i calcoli non sembrano avere molto posto nei pensieri di una squadra ricca di talenti, con un dna da fantasiosa spesso incompiuta. «Sono onorato di essere stato nominato c.t., per noi croati la nazionale è sacra. Ho giocato dieci mesi fa la finale della Champions asiatica, ma questa è un’altra cosa. E’ la partita più grande e importante e spero di vincerla». Sheva contro Mandzukic, grandi attaccanti, grandi numeri. E in mezzo un allenatore nuovo che cerca di ritrovare la rotta persa in una sera contro la Finlandia. Non sarà facile nel caos gialloblù dello stadio di Kiev, ma sei hai dalla tua parte uno come Mario ti senti più tranquillo.