La Gazzetta dello Sport

Dove una volta c’era l’Universita­tea oggi comanda la Csu

Fallita, la squadra storica è rinata come Fcu. Ma ora dominano i rivali dei rossoneri. Problemi allo stadio: manca la strada...

- INVIATO A CRAIOVA l.b. (ha collaborat­o Gabriel Safta)

Due tifosi gemelli camminano per le strade della città. Hanno una sciarpa biancoblù e una maglia in tinta con uno scudo sul petto. Tifano per due squadre rivali ma pochi se ne accorgono fuori da Craiova, la città in cui il Milan tornerà in Europa. L’avvocato Prisco nel 1980, quando l’Inter fu sorteggiat­a contro l’Universita­tea Craiova, trovò la frase a effetto: «I primi due turni a me interessan­o a scopo turistico. Craiova perciò non mi va molto bene, avrei preferito una bella località». Snobismo milanese. Craiova non si è offesa, ha attirato sempre più italiani e domani per l’altra Milano sarà il centro del mondo, perché il Milan sta per tornare in Europa. Dall’ultima volta, una partitacci­a a Madrid con Kakà e

Taarabt, sono passati tre anni che sembrano una vita. All’ora di cena, le 20.00 italiane, incontrerà nel terzo preliminar­e di Europa League il Csu Craiova e per una volta anche quelle tre lettere della sigla avranno importanza.

CSU VS FCU Craiova ha solo 300mila abitanti ma vive anche di calcio. Il punto è che in città abita uno dei derby più strani del mondo, Csu Craiova contro Fcu Craiova. La U per entrambi vuol dire «Universita­tea» perché qui non si scherza. Negli anni Ottanta — non negli anni Venti — i giocatori della prima squadra venivano iscritti all’università e il club era retto dal professor Corneliu Stroe, ordinario di letteratur­a. Piano piano però le cose sono cambiate e in epoca recente sarebbe servito più che altro un cattedrati­co di diritto. La vecchia Universi-

tatea nel 2012 è stata esclusa dai campionati per una storia di calcio e tribunali, che in Romania non è infrequent­e. I pessimi rapporti tra il presidente Mititelu e il presidente federale Sandu hanno avviato una battaglia legale infinita, con verdetti capovolti, richiesta danni da oltre 200 milioni e pronuncia finale poco utile: il calcio ha già fatto il suo corso. La vecchia Universita­tea è scomparsa, è rinata come Fcu e gioca in quarta serie. Nel 2013 un sindaco donna, Olguta Vasilescu, ha guidato la creazione di una nuova squadra, che ha cominciato dalla seconda divisione. Quattro anni e una promozione dopo, quel giovane Csu incontra il Milan.

LA SEMIFINALE ’83 L’Fcu ha appena avviato la sua attività e al primo allenament­o c’erano mille tifosi. Alla prima amichevole, duemila. Molti di loro ricordano con nostalgia il 1982-83 e la grande Universita­tea, che eliminò la Fiorentina e arrivò in semifinale di Uefa. Era il decennio d’oro del calcio romeno, quando Hagi era un ragazzo e il Milan giocava una finale di Coppa Campioni contro la Steaua Bucarest. Altri tempi. Oggi il calcio in città è soprattutt­o il Csu, che ha le stesse maglie biancoblù e meno seguito ma punta su Fausto Rossi e Devis Mangia, perché gli allenatori italiani sono sempre una garanzia. Craiova in questi giorni si è mobilitata per l’evento, anche se la partita si giocherà a Drobeta Turnu Severin, un’ora e mezza di auto verso Ovest, non lontano dal confine con la Serbia. In Romania si dice che i tifosi dell’Fcu arriverann­o in massa per tifare Milan e c’è chi arriva a ipotizzare mezzo stadio in festa per un gol di Bonaventur­a. Difficile prevederlo. Di sicuro, c’è un certo ritardo. Un sito romeno, GSP, ieri ha pubblicato foto dei lavori allo stadio e alla strada di accesso, che al momento non è certo degna dell’Europa League. L’avvocato Prisco avrebbe commentato con abbondante peperoncin­o.

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GSP.RO A sinistra la Prefettura. Sopra l’Università e i lavori allo stadio di Drobeta Turnu Severin
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