Ritorno in Europa? Obiettivo ordinario, squadra senza premi
I nuovi dirigenti come per i vecchi, tornare nelle Coppe continentali sarebbe del tutto normale
Dall’estate, senza stare a specificare di quale anno, al Milan si parla di Europa: l’obiettivo rossonero è il ritorno nelle coppe visto che le trasferte internazionali mancano ormai da diverse stagioni. Il traguardo è considerato naturale, logica conseguenza della storia e della tradizione milanista, così tanto ovvio da non prevedere alcun premio speciale. Se la squadra tornerà in Europa avrà semplicemente fatto il proprio dovere, nulla di più: così non risulta, al momento, un riconoscimento (economico) aggiuntivo. Il regalo non era stato previsto dalla precedente dirigenza, e la nuova non ha trovato tracce in eredità: entrambe condividono il pensiero sull’ordinario traguardo rossonero. Vista dall’altra parte: tornare a competere con avversarie europee non rappresenterebbe nulla di straordinario.
INACCETTABILE Semmai è inconsueta l’attesa che sta consumando i milanisti: l’ultima par- tita in Europa risale all’11 marzo del 2014, ritorno degli ottavi di finale di Champions League, competizione a cui la squadra aveva guadagnato l’accesso nella stagione precedente. Poi, più nulla: Tassotti e soprattutto Seedorf chiusero ottavi; Inzaghi, che aveva portato il Milan sul tetto d’Europa, tentò la scalata da allenatore, fermandosi però troppo presto. Con Mihajlovic il club scelse una strada diversa, in panchina un duro senza passato rossonero, con l’idea che potesse comunque condurre a destinazione: Sinisa lasciò a Brocchi ancora prima della fine, e la via alternativa aperta con la finale di Coppa Italia fu chiusa dalla vittoria juventina. Montella, alla prima uscita rossonera, usò il termine più appropriato: «Il Milan fuori dalle coppe? Inaccettabile » . Così l’allenatore con il quale il club conta di aver avviato un nuovo ciclo si è messo immediatamente all’opera: ha ricostruito il gruppo su nuovi presupposti tattici, ha cambiato dieta e preparazione fisica. Ha superato le difficoltà: l’infermeria è stata spesso affollatissima. Soprattutto ha tentato di gestire, evitando distrazioni, il passaggio di proprietà, dal Milan italiano di Berlusconi al Milan di Mister Li, arrivato dalla Cina. Senza spingersi fino a tanto, a Montella e alla sua squadra basterebbe ora tornare a uscire in giro per l’Europa.