Ganna signor Italia da deb a fenomeno «Più forte e sicuro»
Nel 2016, a 19 anni, l’oro nell’inseguimento. Adesso punta a una medaglia pure nel quartetto
Sembra ieri. Invece sono già passati 394 giorni. Più di un anno da quel venerdì 4 marzo 2016 che l’ha lanciato sul tetto del Mondo dell’inseguimento, 19 anni dopo l’ultimo oro azzurro in pista al maschile, e a 40 anni dall’ultimo trionfo iridato nella specialità, firmato da Francesco Moser. Il tutto condito col primato italiano, che resisteva da quasi un ventennio e che poi avrebbe ampiamente ritoccato quattro mesi più tardi. In un attimo: da debuttante di belle speranze a nuovo fenomeno della pista azzurra, con vista sulle classiche del Nord a lui tanto congeniali. Filippo Ganna, il baby piemontese col fisico da granatiere, torna sul parquet per la caccia a un bis che avrebbe un peso specifico enorme. Per la sua carriera e per tutto il movimento azzurro della pista, atteso da oggi a domenica a Hong Kong, nella rassegna iridata post-olimpica, senza l’oro di Rio 2016 Elia Viviani, ma con tante aspettative, al maschile e al femminile.
Filippo, stavolta non ci sarà più l’effetto sorpresa. Teso? Quanto pesa partire da campione uscente?
«Se ripenso a Londra, mi viene ancora la pelle d’oca. Ma la gara individuale è venerdì. E prima c’è quella a squadre (oggi i primi due round, ndr), che è altrettanto importante. Non c’è spazio per agitarsi troppo».
Dopo il 4° posto di Londra e il 6° di Rio, ci sono molte aspettative anche sul quartetto.
«Siamo gli stessi dell’Olimpiade, dove abbiamo mancato la finale del bronzo per un pugno di centesimi: io, Consonni, Lamon, Bertaz- zo, Scartezzini. Viviani ci ha lanciato e continua a consigliarci anche da lontano: è stato il nostro punto di riferimento. Noi siamo cresciuti molto, abbiamo un anno d’esperienza in più, ci siamo preparati come dovevamo e pensiamo sin d’ora all’obiettivo Tokyo 2020. Ma le altre nazioni, anche se si sono rinnovate, non sono rimaste ferme. Insomma, ce la giochiamo in tante, però la medaglia è possibile e darebbe un senso al lavoro degli ultimi mesi».
È arrivata una nuova bici, giusto?
«Per la gara individuale Colnago me ne ha preparata una apposta: sono curioso (col quartetto userà la Pinarello in dotazione alla Nazionale, ndr)».
A un anno di distanza che cos’ha in più Ganna?
«Sono più forte. Ho più resistenza, più tenuta. Ho più sicurezza, più fiducia in me stesso. E poi ho preso meglio le misure con la gestione della gara, sia a livello individuale che col quartetto. Mica è facile l’inseguimento. Ci vuole equilibrio, devi pensare e agire in frazioni di secondo».
Il c.t. Marco Villa ci ha riferito di riscontri incoraggianti negli ultimi test in pista.
«Purtroppo sono caduto nelle fasi iniziali della Gand-Wevelgem e mi sono giocato poi anche La Panne. Quelle gare mi sarebbero servite molto. Ma ho recuperato e sono soddisfatto di come arrivo al Mondiale. La scorsa settimana, prima di partire per Hong Kong, ho fatto un test a Montichiari in 4’17” (a Londra vinse in 4’16”127, mentre agli Europei under 23, il 12 luglio, scese a 4’14”165, quarto tempo al mondo di sempre; ndr). Ho fiducia».
La popolarità come si gestisce?
«Popolarità... Diciamo che ho avuto molte attenzioni e visibilità subito dopo Londra, ma poi tutto è tornato nella norma. Un giorno, mentre mi allenavo a Montichiari, un amatore mi ha chiesto chi fossi e che specialità facessi... Vi ho detto tutto».
Come è stato l’impatto col professionismo e l’Uae-Emirates?
«Sono in un team ideale, che mi ha dato fiducia e mi sta lasciando tranquillo, senza l’assillo del risultato. Non ho ancora 21 anni, devo crescere molto per essere competitivo su strada, ma è stato giusto passare pro’ dopo due sole stagioni. I più esperti mi stanno aiutando ad ambientarmi. Sto imparando molto da Rui Costa, mio compagno di camera sia in Argentina sia alla Tirreno-Adriatico, col quale è nato subito un bel feeling».
Dopo i Mondiali?
«Comunque vada, dovrei correre a Francoforte, poi a Lugano e quindi il California. Obiettivi per la seconda parte di stagione? Prima archiviamo ‘sti Mondiali, va. Poi ci penseremo».