E l’Alfa Romeo va sul podio Cerruti gran seconda a Dubai
C’è un’Alfa Romeo che batte le tedesche. Come ai tempi d’oro. E’ preparata a Opera, in provincia di Milano, da Romeo Ferraris, genio delle elaborazioni stradali, e la guida in pista Michela Cerruti, la donna che ha vinto al vecchio Nürburgring. Merito di questa accoppiata italiana se il marchio del Biscione è tornato sul podio nella prima gara del campionato Tcr Middle East, nel fine settimana a Dubai. La Cerruti, che rientrava dopo sei mesi di stop per pro- blemi fisici, si è piazzata seconda con la sua Giulietta dietro alla Golf di Luca Engstler, ma davanti alle altre Volkswagen.
SFIDA Una doppia sorpresa. Primo perché la milanese e il suo team hanno deciso di correre negli Emirati solo il 5 gennaio e poi perché l’Alfa di Ferraris è stata competitiva contro le vetture che hanno dominato la serie internazionale Turismo 2016, come mai era capitato prima. «Beh, abbiamo messo dietro quattro Golf e solo una purtroppo ci ha battuto – ride Cerruti –. Ma, considerando che da privati lottiamo contro case ufficiali, è un gran risultato. Riportare un’Alfa al vertice ci rende orgogliosi. Speriamo che qualcosa si risvegli anche in loro. Io la voglia di correre non l’ho mai persa, mi ero fermata dopo la 24 Ore di Spa per i dolori alla schiena di cui soffro da sempre, ma ora sono a posto». Chissà se Sergio Marchionne, presidente Ferrari e numero uno Fiat-Chrysler, considererà un impegno ufficiale nel Turismo, oltre al sogno di riportare l’Alfa in F.1. Nel frattempo l’apparizione della Cerruti, che in gara-2 si è ritirata per la rottura di un ammortizzatore, potrebbe non essere isolata. «Ferraris è la mia famiglia: se c’è da guidare, sono pronta. La squadra farà le altre due gare della Middle East e poi il campionato internazionale. Ma, come costruttori, avremo nostre vetture anche in Cina e forse in Germania. Dietro questo progetto ci sono sforzi immensi, infinite ore al banco prova per tirare fuori 360 Cv da un motore 1750 che di serie ne aveva 200 in meno. Ma la soddisfazione alla fine ci ripaga».