Ventura avvisa Balotelli «I gol? Conta il sacrificio»
1Il c.t. dell’Italia chiede di più a Mario: «Parlerò con lui e alla fine dovrà darsi delle risposte. Buffon-Donnarumma? Sarà l’ultimo dei problemi»
Giampiero Ventura circondato dai giornalisti sportivi. Succede a Coverciano, per il seminario «Il calcio e chi lo racconta», organizzato dall’Ussi, Unione stampa sportiva italiana. Mezz’ora circa di monologo per ribadire certi concetti («Ho ereditato la Nazionale più vecchia degli ultimi trent’anni»; «Se andrà in Russia, l’Italia farà un grandissimo Mondiale») e a seguire la raffica di domande. Qui in sintesi le risposte.
BALO Otto gol in otto partite nel campionato francese non bastano. A SuperMario è richiesto di più: «Con Balotelli parlerò prima delle prossime convocazioni. Sulle sue qualità tecniche non si discute, ma come hanno detto anche i miei predecessori sono altri gli aspetti che al suo riguardo vanno valutati. Io non ho nulla ver- so di lui, ma per tutti i giocatori, non solo per Balotelli, conta la capacità di far parte di un gruppo, valgono il sacrificio e la disponibilità reciproca, come quella di Pellé ed Eder all’Europeo. C’è chi è abituato a farlo e chi no. Il colloquio che avrò con lui non sarà finalizzato alla convocazione, al termine Balotelli dovrà farsi delle domande e darsi delle risposte». Quasi un avviso di strigliata preventiva.
L’EREDITÀ Sulla Nazionale incombe lo spettro della successione a Gigi Buffon. Chi deciderà, e quando, il passaggio delle consegne tra l’attuale capitano azzurro e il naturale erede Donnarumma? «È evidente che una cosa simile viene decisa dal c.t., sennò il c.t. che cosa ci sta a fare? Però parliamo di un giocatore importantissimo, punto di riferimento per me e la federazione. Per anni è stato il migliore portiere del mondo. Buffon è estremamente intelligente e il suo avvicendamento sarà l’ultimo dei problemi». Il Mondiale 2018, sempre che l’Italia si qua- lifichi, resta il capolinea già fissato. Donnarumma è giovanissimo e può attendere.
CAMPIONATO Il campionato è chiuso? La Juve ha già in tasca lo scudetto? «Per principio non chiudo mai niente, ricordatevi di Roma-Lecce del 1986 e di Lazio-Inter del 2002. Di chiuso non c’è nulla, però ho visto Napoli-Torino e il Napoli sul 5-1 ha preso due gol, cosa che alla Juve non sarebbe successa. Il Napoli gioca un ottimo calcio, dà spettacolo, ma manca qualcosa in chiave scudetto, la determinazione feroce che ci mette la Juve. Otto punti di distacco rappresentano una forbice enorme. La Juve a Palermo disputò una brutta partita, eppure vinse. Ci sono squadre che giocano benissimo e poi pareggiano. La differenza è qui, io lavorerei sulla mentalità, non sul centravanti in più o in meno».
VARIE ED EVENTUALI Il bilancio delle prime sei partite da c.t.: «Netta sufficienza per i risultati. Avremmo firmato per tre vittorie in trasferta e il pari in casa con la Spagna. Nel brutto quarto d’ora in Macedonia abbiamo però perso le distanze e non siamo stati più squadra. Ci sono enormi margini di miglioramento». Su El Shaarawy: «Non attraversa un buon momento, ma lo aspetteremo e il discorso vale per Berardi». Sulla carica di direttore tecnico in arrivo: «Fin qui sono stato all’80 per cento d.t. e al 20 c.t. Credo ci sia la volontà di farlo (di attribuirgli la carica di d.t., ndr), mi hanno detto che que- sta è la strada, ma non sta a me dirlo. Se sarà così, a breve verrà ufficializzato tutto. Io ho iniziato a lavorare in questa maniera perché era l’unico modo per ribaltare la situazione». Sul divario tra coda e resto del campionato: «Non ci devono essere certe forbici, se vogliamo il calcio più competitivo. Se ci fossero due squadre in meno, sarebbe meglio, ma non scrivetelo perché negherò di averlo detto: quando l’ho fatto mi hanno chiamato da tutte le parti».