La Gazzetta dello Sport

Donadoni fa il colpo al 92’ Il Genoa spreca e affonda

Bologna continua la risalita: decide Rossettini, col nuovo allenatore 13 punti in 6 gare. Decisivo il rosso a Perotti: Gasp, terza sconfitta di fila

- Filippo Grimaldi GENOVA

Il male oscuro del Genoa (ottava espulsione in sedici gare, la seconda per Perotti), il rinascimen­to bolognese (tredici punti in sei gare per Donadoni: giù il cappello): alla fine la pazza sfida del Ferraris sta tutta qui, anche se il campo a un certo punto aveva fatto intuire ben altro, con la squadra del Gasp a tratti quasi travolgent­e (ma poco cinica), contro un super Mirante e un Bologna, più compassato, neppure parente di quello che una settimana fa s’era mangiato il Napoli.

PATATRAC Invece è successo l’imponderab­ile, con il Genoa che ha pagato a caro prezzo la reazione scellerata di Perotti a un fallo di Diawara (gomitata al volto), favorendo così la reazione degli ospiti, in gol in pieno re- cupero con un gol quasi fotocopia (angolo di Mounier, testa di Rossettini) di quello che aveva fruttato il provvisori­o 2-0 contro la squadra di Sarri. Difficile gettare la croce addosso a Gasperini, anche se ora il cerino gli è rimasto acceso in mano. Impossibil­e pensare a un rosso diretto contro un giocatore come l’argentino, entrato ventisei minuti prima, per di più con il gioco in mano ai padroni di casa.

CIAO DERBY Eppure è successo, e il peggio probabilme­nte deve ancora venire per il Genoa: tre giornate di squalifica sono la sanzione più probabile per l’attaccante, destinato così a saltare pure il derby dell’Epifania, gara in cui rientrerà l’altro bomber ancora in castigo, Pavoletti.

CINISMO BOLOGNESE Premesso che, dunque, per oltre un’ora di gioco sarebbe stato lecito aspettarsi ben altro risultato, bisogna fare pure i compliment­i al Bologna, perché dopo i ringraziam­enti al suo numero 1 ha avuto la forza di capitalizz­are l’unico vero momento di distrazion­e genoana. Resta il fatto che la ricetta di Donadoni (primo postulato: nessuna gerarchia, chi ci crede mi segua, e non resterà a guardare) sta funzionand­o a meraviglia e chissà che qui fra qualche settimana possano, perché no, cambiare gli obiettivi stagionali. Il cambio di passo di Destro e compagni è andato sicurament­e davvero oltre ogni aspettativ­a. L’unica nota stonata è l’espulsione di Diawara: doppiament­e sciocca, perché l’esultanza per il gol sotto la gradinata genoana ha scatenato un’evitabilis­sima reazione a catena, in campo e pure sulle tribune.

CHI SBAGLIA PAGA Il Genoa, viceversa, è causa dei suoi mali, e pure la mossa finale di Gasperini di cercare la vittoria in extremis con l’inseriment­o di Ntcham va letta in chiave positiva, anche se l’esito è stato opposto a quello sperato. Terza sconfitta di fila, solo un successo nelle ultime otto partite, ma soprattutt­o un interrogat­ivo per ora senza risposta. Una squadra costruita per fare gioco saprà ora cambiare pelle e pensare soltanto a mantenere la categoria. Perché il baratro, inesorabil­mente, s’avvicina.

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