Milano, che risposta Un successo di folla
Fondo: vincono il norvegese Brandsdal e la svedese Ingemarsdotter. Azzurri: Scola 8˚ e Pellegrino 9˚
MILANO
Diecimila. Per il carosello sotto il castello, per lo sprint della fatica accorrono numerosi, si divertono tutti, non festeggiano gli azzurri. Che si fermano alle semifinali, e sfilano senza poter esultare nel giorno in cui contava forse di più: «Sono soddisfatto a metà — fa il d.a. Silvio Fauner —la finale era alla portava, volevamo contribuire a questa risposta eccezionale di Milano che ha saputo organizzare la miglior sprint cittadina di Coppa. Sono dispiaciuto». Senza podio Milano ha risposto, gli italiani in gara ci hanno provato ma di questi tempi il podio si chiama davvero desiderio. Uno come Federico Pellegrino, nato per esaltarsi in queste kermesse, ammette che non aveva mai vissuto «un’emozione simile, è stata una botta di vita, mi dispiace solo che per la quarta volta in questa stagione mi sfugga la finale». Chicco si troverà nella prima semifinale insieme a Fulvio Scola: dopo 200 metri dall’uscita del cancelletto viene a contatto, nella corsia esterna, col bellunese che rompe il bastoncino e dovrà forzare la frequenze per recuperare e chiudere quarto e secondo degli esclusi: «E’ un grande rimpianto per me — dirà Fulvio —, valevo la finale, me la sarei giocata sino all’ultimo, il Tour de ski mi ha fatto bene per entrare in forma». Imbottigliato Federico, invece, resta imbottigliato nel finale e non trova il varco per sprintare come si deve: i due azzurri saranno ottavo e nono. In forma c’era pure Renato Pasini, che da solo nella seconda semifina-