S’impiglia alle portiere: bimbo muore
Ucciso a 10 anni dal camper della mamma, che senza accorgersi lo trascina e lo travolge
Non c’è dolore peggiore, né incubo più straziante per un genitore. Perdere un figlio è qualcosa di innaturale, di brutale, qualcosa che ti spacca nelle viscere e che nessuno sarà mai in grado di accettare. Mase sei tu, per fatalità, a causare la morte del tuo bambino ecco che ti ritrovi a scavare sul fondo, forse troppo in basso per sperare di risalire. Qualunque ipotesi si possa fare resta comunque impossibile pensare di sapere come si senta oggi Nives Meneghel, la mamma che ieri a Revine Lago, nel Trevigiano, ha investito e ucciso con il camper il figlio Emilio
Masetto, di soli 10 anni. La tragedia Una mattina come tutte le altre per Nives ed Emilio. Come spesso accade la donna, 48 anni, sceglie di utilizzare il camper anziché l’auto per andare alla scuola elementare Giuseppe Mazzini, dove lei insegna e il bambino studia. Emilio viene lasciato davanti al cancello dell’istituto, lei avrebbe parcheggiato in uno spiazzo venti metri più in là. Ma le cinghie dello zaino del piccolo restano chiuse nella portiera: Nives non se ne accorge, vista pure l’altezza del mezzo, ed Emilio viene trascinato per qualche metro. Poi la cinghia si rompe, lui perde l’equilibrio e finisce sotto le ruote del pesantissimo camper. Il bambino muore sul colpo. Una donna ha assistito alla terrificante scena e sembra che non fosse presente nessuno dei compagni di Emilio, che comunque sono stati portati via dai genitori da lì a poche ore. Per capire con esattezza come siano andate le cose si useranno anche le telecamere di una vicina palestra. Per il giorno dei funerali il sindaco di Revine ha proclamato il lutto cittadino e lo stesso dovrebbe fare Tarzo, la cittadina in cui Emilio viveva con i genitori e il fratello di 11 anni.